Grillo ferma la votazione. Le regole si riscrivono insieme. Il garante nomina un comitato per rifare lo Statuto del M5S. Ci sono Crimi, Di Maio, Licheri, Patuanelli, Crippa, Beghin e Fico

Beppe Grillo ha nominato un comitato per rifare lo Statuto del M5S. Ne fanno parte Crimi, Di Maio, Licheri, Patuanelli, Crippa, Beghin e Fico.

Grillo ferma la votazione. Le regole si riscrivono insieme. Il garante nomina un comitato per rifare lo Statuto del M5S. Ci sono Crimi, Di Maio, Licheri, Patuanelli, Crippa, Beghin e Fico

La notizia arriva alle dieci di sera dopo le fibrillazione degli ultimi due giorni, nei quali si erano susseguiti appelli per uscire dall’impasse e tentare una ricomposizione fra Giuseppe Conte e Beppe Grillo: alla fine è stato quest’ultimo, con un post sulla sua pagina a Facebook, ieri a dettare la linea. E a bloccare la votazione per il Comitato direttivo che appena 24 ore prima il reggente Vito Crimi aveva indetto su SkyVote (leggi l’articolo).

“Oggi (ieri, ndr) ho ricevuto dai gruppi parlamentari una richiesta di mediazione in merito agli atti che dovranno costituire la nuova struttura di regole del MoVimento 5 Stelle (Statuto, Carta dei valori, Codice Etico). Ho deciso quindi di individuare un comitato di sette persone che si dovrà occupare delle modifiche ritenute più opportune in linea con i principi e i valori della nostra comunità – scrive il Garante – Il comitato sarà composto dal presidente del comitato di garanzia Vito Crimi, dal capogruppo della camera Davide Crippa e del senato Ettore Licheri, dal capogruppo in parlamento europeo Tiziana Beghin, da un rappresentate dei ministri Stefano Patuanelli, da Roberto Fico e Luigi Di Maio”.

Con queste parole Grillo comunica dunque di aver accolto le richieste avanzate dalla ‘comunità’ pentastellata: al di là delle singole posizioni filo-Grillo o filo-Conte, per tutti, dai parlamentari agli attivisti, l’urgenza è quella di superare una crisi dagli esiti che potrebbero davvero rivelarsi travolgenti, il rischio scissione è concreto ed è un’eventualità che tutti vogliono scongiurare.

In quest’ottica va letto l’appello – l’ultimo di una serie di tentativi di conciliazione che si sono susseguiti e che hanno visto in campo anche il ministro Di Maio – che ieri un gruppo di senatori del M5S ha rivolto all’ex premier e al Garante: “In un momento di estrema difficoltà per il Paese, come senatrici e senatori del M5s sentiamo il dovere di richiamare tutti all’unità e alla ricomposizione. Per i valori che ci accomunano, l’impegno a realizzare il progetto politico per cambiare il Paese, le speranze che abbiamo suscitato nei cittadini, invitiamo la comunità 5 stelle e tutti coloro che con noi hanno condiviso il difficile cammino di questi anni di battaglie politiche, a raccoglierci intorno al Movimento e al progetto che abbiamo costruito insieme”, si legge nella nota.

“Progetto che rappresenta i valori che abbiamo sposato e che ci ha permesso di entrare in Parlamento e governare il paese, mettendo sempre al primo posto il bene comune. Andando oltre le difficoltà attuali, nella consapevolezza che il Movimento ha necessità di innovarsi e ristrutturarsi, nella speranza che le posizioni di Beppe Grillo e di Giuseppe Conte si riconcilino chiedendo ad entrambi un incontro, a breve, con i parlamentari.

Nella certezza che unito il Movimento andrà avanti”, conclude il documento sottoscritto da 19 tra senatori e senatrici, tra cui gli ex ministri Danilo Toninelli, Nunzia Catalfo, e il vice presidente della Vigilanza Rai, Primo Di Nicola, che segue e ricalca l’appello di giovedì, quando i parlamentari avevano chiesto ai rispettivi capigruppo Crippa e Licheri di inoltrare la richiesta di un incontro chiarificatore in Parlamento con i due ‘contendenti’ e di poter visionare ‘l’oggetto del contendere’, ovvero lo Statuto e la Carta dei valori preparati in questi quattro mesi dall’ex premier.

Ma Grillo, come è nel suo stile del resto, ha sparigliato ancora una volta le carte e si è spinto oltre: le regole si (ri)scrivono insieme. Grande assente però in questa opera di modifica è proprio Giuseppe Conte. L’attesa, dunque, è ora per la contromossa che l’ex premier deciderà di mettere in campo.