Guerra alla Procura di Perugia. Torna in discussione la nomina di Cantone. Per Paci la sua esclusione è stata illogica e contraddittoria

Sembra esser stata proprio indigesta la nomina a procuratore capo di Perugia di Raffaele Cantone. Dopo il ricorso dello sfidante, il procuratore aggiunto di Salerno Luca Masini, da ieri una nuova tegola si è abbattuta sull’ex presidente dell’Anticorruzione. Si tratta del ricorso presentato al Tar del Lazio dal procuratore aggiunto di Reggio Calabria, Gaetano Paci, che mirava al ruolo poi finito a Cantone. Una corsa a cui il pm di fatto non ha preso parte perché scartato dalla Quinta commissione del Csm. Proprio l’esclusione, definita “illogica” e ‘contraddittoria” nonché in “violazione” della normativa, è finita al centro dell’istanza di Paci.

Può sembrare una questione di poco conto ma, stando a quanto trapela, così non sarebbe. Come si legge nel ricorso, è stata la stessa commissione a elogiare il profilo professionale di Paci, tanto che avrebbe detto addirittura che è “prevalente” rispetto a quello di Cantone sia per le esperienze organizzative esercitate in ambito giudiziario che per le funzioni giudiziarie di coordinamento essendo stato a capo della Dda di Reggio Calabria a differenza dell’ex vertice dell’Anac che non ha mai esercitato questa funzione nei suoi 15 anni da pubblico ministero.