La guerra al green pass parte sul web. Su Telegram “Basta Dittatura” conta oltre 40mila iscritti. E dopo le aggressioni e i gazebo danneggiati ora vogliono bloccare le stazioni

La follia corre sul web, il popolo no vax e no green pass scatenato in queste ore più che mai. Delirio di commenti di una violenza inaudita.

La guerra al green pass parte sul web. Su Telegram “Basta Dittatura” conta oltre 40mila iscritti. E dopo le aggressioni e i gazebo danneggiati ora vogliono bloccare le stazioni

La follia corre sul web, il popolo no vax e no green pass scatenato in queste ore più che mai, visto che da oggi il certificato sarà obbligatorio per accedere negli istituti scolastici ma anche per viaggiare (qui tutte le informazioni). Un delirio di commenti di una violenza inaudita – comprese le recenti minacce di morte rivolte nei confronti del ministro Luigi Di Maio (leggi l’articolo) – si stanno moltiplicando su tutti i social media, dai gruppi Facebook alle chat (quella su Telegram “Basta Dittatura” conta oltre 40mila iscritti).

Nel mirino ci sono tutti, dai politici ai giornalisti: chiunque si esponga pro vaccini o racconti l’epidemia: “Tutti i ministri, i capi di partito, i cosiddetti virologi criminali, tutti i presidenti di Regione, il c***e Figliuolo, i giornalisti più criminali”. Il bersaglio preferito è il ministro della Salute Roberto Speranza ma anche i medici più noti, da Bassetti, minacciato vis à vis sotto casa sua Genova, a Pregliasco.

Per scuole, treni, aerei e bus a lunga percorrenza da oggi scatta l’obbligo del green pass e monta, parallelamente la protesta dei no vax e di coloro i quali ritengono la certificazione uno strumento contro la libertà. Il fronte del “no” è in fermento da giorni, l’ultima minaccia è il blocco della circolazione ferroviaria: 54 le città in cui sono previste iniziative contro il passaporto vaccinale e appuntamento alle 14:30 in molte stazioni per una iniziativa, che a loro dire, dovrebbe concludersi in serata in modo pacifico.

“Non ci fanno partire con il treno senza il passaporto schiavitù? Allora Non partirà nessuno”, il grido di battaglia che corre via social. Il Viminale alza il livello di attenzione e monitora anche gli scali aeroportuali per evitare che le proteste superino livelli di guardia.

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