Guerra alla Lamorgese. Il piano della Meloni mette all’angolo Salvini. FdI rilancia la raccolta firme online. L’attacco scopre il fianco alla Lega

La leader di FdI, Giorgia Meloni, non perde occasione per criticare la ministra dell’Interno, Luciana Lamorgese, senza mai affondare il colpo.

Guerra alla Lamorgese. Il piano della Meloni mette all’angolo Salvini. FdI rilancia la raccolta firme online. L’attacco scopre il fianco alla Lega

Prima o poi dovrà passare dalle parole – e dalle petizioni – ai fatti. Questo il destino di Giorgia Meloni che non perde occasione per criticare la ministra dell’Interno, Luciana Lamorgese, senza mai affondare il colpo ma preferendo, come annunciato ieri sui propri social, lanciare una petizione per sfiduciare la titolare del Viminale. “Lamorgese è l’unico Ministro al mondo che usa il pugno duro con manifestanti e lavoratori pacifici e – allo stesso tempo – consente a violenti e delinquenti organizzati di organizzare maxi rave party o rovinare le proteste altrui”, si legge sull’account Twitter della leader di Fratelli d’Italia in cui viene riportato il sito per effettuare le sottoscrizioni.

Pagina web su cui, si legge, che “i sottoscrittori chiedono ai parlamentari di sostenere e votare la mozione di sfiducia preparata da Fratelli d’Italia nei confronti del ministro Lamorgese”. Che a Giorgia non vada a genio la ministra, spesso “inadeguata”, è cosa nota e, a dirla tutta, non ci sarebbe stato nulla di strano se la stessa avesse presentato una mozione di sfiducia. Ma la strada scelta è quella di raggiungere un numero di sottoscrizioni tali da impegnare i parlamentari a sostenere la sua mozione che, presto o tardi, presenterà.

TRA DUE FUOCHI. Ma cosa succederà a quel punto, è difficile anche solo ipotizzarlo. Quando si passerà dalla petizione ai fatti, chi si troverà stretto tra due fuochi è senza dubbio l’alleato Matteo Salvini che dovrà decidere, una volta per tutte, da che parte stare. Già perché se la Meloni è all’opposizione e può permettersi uno scontro con la ministra, non è altrettanto facile per il Capitano che fa parte della maggioranza e, di fatto, si troverà con le spalle al muro dovendo decidere se lui e i suoi dovranno appoggiare la mozione di sfiducia o meno.

Chiaramente accodarsi a tale istanza, oltre a far apparire il Carroccio in posizione di subalternità rispetto a Fratelli d’Italia, produrrebbe inevitabilmente anche pesanti ripercussioni che se non dovessero riguardare l’intero governo, quantomeno metterebbero in dubbio la permanenza della Lega al suo interno. E a quel punto il partito di via Bellerio rischierebbe di trovarsi schiacciato all’opposizione da Fratelli d’Italia che, trovandosi in quella posizione dall’inizio dell’Esercutivo Draghi, risulta senza dubbio più coerente.

Sfortunatamente per Salvini, non andrebbe meglio neanche nel caso, in realtà molto probabile, in cui optasse per il No alla mozione di sfiducia della Meloni. Dopo mesi di polemiche e critiche nei confronti della titolare del Viminale, accuse ribadite anche ieri alla Camera quando il Capitano ha tuonato “buon lavoro ministro, se comincerà a fare il Ministro perché per il momento non ce ne siamo accorti”, sarebbe piuttosto complicato giustificare ai propri elettori l’ennesima – ed evidente – giravolta politica.

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