Ha vinto la quinta colonna renziana annidata nel Pd. Mentre Zingaretti diceva Conte o voto, mezzo partito giocava per Italia Viva

Ha vinto la quinta colonna renziana annidata nel Pd. Mentre Zingaretti diceva Conte o voto, mezzo partito giocava per Italia Viva

C’è una quinta colonna di renziani che è molto attiva dentro il Pd per consentire il ritorno in maggioranza del senatore toscano. E tutto questo in barba alla linea ufficiale del Partito democratico. Ma il meccanismo perverso che si mette in moto è che finché c’è una trattativa in corso i renziani in Italia Viva non percepiscono la possibilità che si torni davvero al voto e quindi non abbandonano la barca lasciando Matteo Renzi al suo destino. Questo, oltretutto, scredita la figura del segretario Nicola Zingaretti che invece ha sostanzialmente chiuso a Renzi.

Dunque si tratta di un problema esclusivamente interno al Partito democratico che neppure la recente direzione nazionale del partito è riuscita a sciogliere. In tutto questo i Cinque Stelle guardano perplessi l’alleato che sulla carta dovrebbe essere molto più compatto di loro ma alla prova dei fatti così non è. Si cercano i numeri al Senato e siamo in una fase tattica con l’appoggio a Conte che dovrebbe essere garantita dai “responsabili” ma in vista strategica potrebbe anche nascere l’embrione di un futuro “partito di Conte”.

Ora Zingaretti deve farsi sentire per tutti questi motivi e deve dare una linea chiara intervenendo a smorzare le correnti carsiche che periodicamente riaffiorano nel suo partito e fanno pensare che la scelta di non aver seguito Renzi in Italia Viva sia stata una scelta consapevole per conservare un ponte da giocarsi nei momenti di crisi, come è l’attuale situazione dopo il mancato raggiungimento della maggioranza assoluta al Senato. Ma non solo Zingaretti deve fare la sua parte anche Dario Franceschini che di fatto controlla la componente ex democristiana del Pd e quindi proprio quegli elementi renziani che mettono ancora in difficoltà il risolversi della vicenda, senza contare che il Capo dello Stato, pur nella sua alta figura istituzionale, è stato comunque un uomo dei democratici che almeno conosce personalmente molto bene.

La situazione è stringente perché siamo non solo in piena pandemia ma abbiamo problemi rilevanti con il piano vaccini e i suoi ritardi, non si può permettere che giochetti di Palazzo blocchino decisioni essenziali per tutti gli italiani. Il Pd deve tenere una linea sola e perseguirla con determinatezza altrimenti produrrà danni non solo a se stesso e ai suo dirigenti, ma all’intero Paese.