Habemus condannam. La Chaouqui condannata a 8 mesi di reclusione. Ma non per Vatileaks: usava il pass della zia disabile, morta nel 2008, per attraversare la Ztl a Roma

Nell’attesa di vedere come andrà a finire la vicenda Vatileaks, Francesca Immacolata Chaouqui registra la sua prima sentenza di condanna.

Nell’attesa di vedere come andrà a finire la vicenda Vatileaks, Francesca Immacolata Chaouqui registra la sua prima sentenza di condanna. L’ex membro della Commissione d’indagine per gli affari economici della Santa Sede istituita da papa Francesco il 19 luglio del 2013 ha infatti patteggiato una pena a otto mesi di reclusione. Il motivo? Niente a che fare con dossier segreti papalini, ma molto più “banalmente” per aver usato fino a 2014 il pass della zia disabile, morta nel 2008, con l’obiettivo di attraversare la Ztl nel centro storico.

Secondo quanto oggi dice Il Corriere, tra le contestazioni mosse dalla procura c’era anche il tentativo della donna di non pagare novantacinque multe, tutte impugnate dalla pierre sul presupposto che avesse diritto a passare nel Tridente con il documento della parente defunta. I reati oggetto del patteggiamento sono stati falso, tentata truffa e truffa aggravata. L’escamotage adottato dalla Chaouqui, 35 anni, risale agli anni d’oro della carriera, prima ancora che fosse nominata come unica donna e membro laico del gruppo voluto dal Pontefice in una commissione interna del Vaticano. Lo stratagemma serviva alla pierre per ridurre i tempi degli spostamenti in centro, sperando di evitare di incorrere in contravvenzioni. L’uso disinvolto del documento della parente deceduta andò avanti fino all’ultimo giorno di ottobre del 2014.