Hamas verso il no al piano di pace di Trump: pressioni da Qatar, Egitto e Turchia per fermare la guerra

Fonti palestinesi parlano di una valutazione “positiva ma con riserve”. Lo scrittore israeliano Gavron: “Netanyahu spera che Hamas rifiuti"

Hamas verso il no al piano di pace di Trump: pressioni da Qatar, Egitto e Turchia per fermare la guerra

Il piano di pace di Donald Trump per mettere fine alla guerra a Gaza entra in una fase cruciale. Secondo indiscrezioni di stampa, Hamas avrebbe definito la proposta americana “ingiusta e sbilanciata a favore di una parte”, ma allo stesso tempo avrebbe deciso di valutarla positivamente. Fonti interne al movimento palestinese, citate dal quotidiano saudita Asharq Al-Awsat, parlano di un atteggiamento pragmatico, anche se la risposta ufficiale dovrebbe arrivare entro 48 ore e potrebbe contenere richieste di modifiche sostanziali.

Alcuni nodi restano delicati, come la scadenza per la consegna degli ostaggi, che devono prima essere localizzati. La stessa ala militare di Hamas avrebbe dato il via libera a una risposta “positiva”, purché finalizzata a un cessate il fuoco.

Intanto, aumentano le pressioni internazionali su Hamas. Secondo il sito Axios, Qatar, Egitto e Turchia – considerati i principali mediatori e partner più vicini al movimento – hanno incontrato i leader palestinesi due volte nelle ultime 24 ore a Doha, esortandoli ad accettare la proposta. Durante gli incontri, il premier del Qatar Mohammed bin Abdulrahman al-Thani e il capo dell’intelligence egiziana Hassan Rashad hanno sottolineato come l’obiettivo principale sia fermare la guerra, pur riconoscendo che alcuni punti necessitano di chiarimenti. Alla riunione ha partecipato anche il capo dell’intelligence turca, Ebrahim Kalin.

Hamas verso il no al piano di pace di Trump: pressioni da Qatar, Egitto e Turchia per fermare la guerra

Trump, presentando il piano insieme al premier israeliano Benjamin Netanyahu, ha fissato un termine massimo di “tre o quattro giorni” per la risposta di Hamas, avvertendo che non ci sarebbe “molto margine” per ulteriori negoziati.

Sul fronte israeliano, lo scrittore Assaf Gavron, nel corso di un’intervista a La Stampa, ha espresso scetticismo: “Credo che Netanyahu non avesse altra scelta che accettare il piano davanti agli americani. Ma in realtà spera che Hamas dica di no, così da poter continuare la guerra”. Secondo Gavron, il documento elaborato da Trump ha buone intenzioni ma resta troppo generico: “Non ci sono posizioni precise né un programma concreto. Sarà facile per Netanyahu negare punti e trovare pretesti per tirarsi indietro”.

Il dibattito resta quindi aperto: da un lato la pressione dei mediatori regionali, dall’altro la resistenza politica e militare delle parti in campo. La risposta di Hamas nelle prossime ore potrebbe segnare una svolta o, più probabilmente, aprire a nuove tensioni sul fragile equilibrio del conflitto israelo-palestinese.