I bambini sono la prima emergenza del terremoto. La Croce Rossa lancia l’allarme: “Dobbiamo trasmettere il senso della normalità”

Il terremoto rischia di creare pesanti problemi psicologici ai bambini. La Croce Rossa lancia un allarme e prepara progetti ad hoc.

Il terremoto rischia di creare pesanti problemi psicologici ai bambini cresciuti nelle zone più colpite dalle scosse degli ultimi giorni. Tanto che la Croce Rossa ha parlato dei bimbi come principale emergenza in questa fase. Anche perché la terra continua a tremare in maniera piuttosto forte, seminando altro panico. “Abbiamo una grande attenzione ai bambini, sono la vera emergenza. Hanno bisogno di un forte supporto psicologico. I bimbi, anche se nell’emergenza, dimostrano molta forza, ma successivamente vedono il terremoto come un mostro che arriva di notte. Da qui la necessità di dividere il reale dal surreale, altrimenti il macigno resta per tutta la vita nell’incoscio della persona”, ha spiegato il portavoce della Croce Rossa Italiana (Cri), Tommaso Della Longa. Per questo si stanno predisponendo dei progetti specifici per ricostruire un ambiente confortevole. “Stiamo attivando delle ludoteche nei vari paesi colpito dal sisma per distrarli dalla durezza del terremoto. E, per la festa di Halloween, per trasmettere un senso di tranquilla normalità sono state realizzate iniziative ad hoc”, ha aggiunto Della Longa.

Più in generale il portavoce della Cri ha riferito: “Il quadro della situazione è in evoluzione. Ora a Visso stiamo montando una tendopoli riscaldata insieme all’Esercito, perché il freddo si fa sentire, e nelle prossime ore attiviamo due cucine da campo”. I volontari sul territorio stanno svolgendo un censimento degli sfollati con lo scopo di ottimizzare il servizio di accoglienza per tutti. Proprio a Visso il sindaco Giuliano Pazzaglini ha parlato degli ultimi aggiornamenti dopo le scosse della notte: “Non lo so se ci sono stati nuovi crolli, stiamo verificando con i tecnici un paio di situazioni urgenti. Ma la scossa l’abbiamo sentita tutti quei pochi che siamo rimasti a Visso, è stata forte”.