I capi si autocertificavano presenze e straordinari: scandalo al Santi Paolo e Carlo

Centinaia di ore di straordinari e presenze autocertificati dai dirigenti dei Santi Paolo e Carlo che potevano agire senza essere controllati.

I capi si autocertificavano presenze e straordinari: scandalo al Santi Paolo e Carlo

Per anni, alla Asst Santi Paolo e Carlo, dirigenti e caposala hanno potuto inserire manualmente nel sistema che gestisce le presenze dei dipendenti, le ore e i giorni lavorati (straordinari compresi) nonché gli orari di entrata/uscita per sé stessi e per i loro sottoposti, senza i previsti nullaosta dei superiori gerarchici. Ma a mancare, secondo le carte lette in esclusiva da La Notizia, era anche il controllo ex post, visto che nessuno, dopo l’inserimento, ha mai verificato l’effettiva corrispondenza tra le ore (auto) dichiarate e quelle effettivamente lavorate.

L’ennesimo scandalo – che si abbatte sui due grandi ospedali milanesi gestiti fino a pochi mesi fa dal dottor Matteo Stocco, prima che questi fosse nominato direttore generale del Policlinico, nell’ultimo giro di nomine sottoscritto dall’assessore al Welfare Guido Bertolaso – è scoppiato ufficialmente il 27 dicembre scorso, quando la falla nei controlli è divenuta ufficiale. Nel frattempo a capo dell’ospedale è arrivata da Niguarda la neo-direttrice generale Simona Giroldi, la quale deve ora fronteggiare una “grana” che potrebbe travolgere l’Asst, anche con possibili strascichi giudiziari, dato che tra gli straordinari autoassegnati, ci sarebbero anche moltissime ore pagate extra rispetto alla normale retribuzione. Si tratta, infatti, di straordinari che ricadrebbero negli accordi speciali per l’emergenza Covid (pagati 30 euro/ora lordi) e in quelli per lo smaltimento delle liste d’attesa (50 euro/ora).

Già oltre 40 i provvedimenti disciplinari al Santi Paolo e Carlo

Comprensibile quindi che da mesi ai Santi si respiri un’aria pesante. Anche perché sono già una quarantina i provvedimenti disciplinari aperti nei confronti dei dipendenti dei due nosocomi. Dai report emergono situazioni spiegabili (lavoratori che si erano dimenticati il badge a casa, o avevano omesso di timbrare o che, ancora, erano a corsi di specializzazione e quindi impossibilitati a obliterare) ma anche situazioni limite, con dipendenti che per 240 giorni in un anno e mezzo non strisciano il badge, preferendo inserire (e certificare) le proprie presenze autonomamente. Oppure altri che risultano terminare un turno di servizio in un dipartimento dell’ospedale e un minuto dopo (non in senso figurato, proprio 60 dopo) risultano prendere servizio in un altro, in straordinario. Una cosa impossibile, se non si è dotati di teletrasporto.

La mail che spiega cosa succedeva da anni

La genesi di questo cataclisma è contenuta in una mail a uso interno, datato 27 dicembre 2023, a firma della dottoressa Barbara Pinna, Direttore f.f. SC Direzione Professioni Sanitarie – DiPSanel della Asst, dove si legge: “tutto il personale autorizzato alla gestione della turnistica (Coordinatori e Responsabili di Area Dipartimentale – RAD) potevano effettuare liberamente, anche sul proprio profilo, alcune operazioni tra cui l’inserimento manuale di timbrature sia in entrata che in uscita, l’aggiunta di causali su timbrature già esistenti, inversione di timbratura e annullamento di timbratura. Il tutto “sfuggendo” al normale e codificato iter autorizzativo da parte del superiore gerarchico”.

Allegata alla mail della Pinna, anche un tabella in Excel che riportava “le timbrature che costituiscono realmente un’anomalia, cioè quelle che hanno “bypassato” il consueto iter autorizzativo, escludendo le timbrature manuali per le quali è stata fatta idonea richiesta o quelle inserite da personale autorizzato (formazione, superiore gerarchico, Rilevazione presenze, ecc…)”. Una lista impressionante, dove le timbrature – soprattutto quelle che davano diritto a compensi extra per Covid e liste d’attesa – la fanno da padrone. Migliaia di euro andati in tasca ad alcuni dipendenti che – forse – non ne avevano diritto. Per questo del caso è stata interessata anche la Procura di Milano, che sta indagando.

Santi Paolo e Carlo, lo scaricabarile dei dirigenti

E all’interno dell’ospedale ora è anche gara, tra le alte sfere, a scaricare la responsabilità sugli omessi controlli e su chi abbia potuto permettere che per almeno tre anni – dal 2020 (anno di passaggio dal vecchio al nuovo sistema software per la gestione delle presenze) al 2023 – si sia lasciata aperta una funzionalità tanto pericolosa.  Interrogati sulla questione, dai Santi fanno sapere che “la nuova Amministrazione sta lavorando con impegno per favorire un clima di collaborazione e sviluppo tra gli operatori, fondamentale per garantire un’assistenza di qualità ai nostri pazienti. Per quanto riguarda l’argomento della Sua richiesta (le autotimbrature, ndr), la Direzione Aziendale desidera informarLa che sono in itinere le opportune verifiche, pertanto non ci è possibile rilasciare dichiarazioni”.