Medico strapagato per usare i robot. Che in ospedale non ci sono

Il caso del medico pagato per utilizzare un robot che non c'è. Così all’Asst Santi Paolo e Carlo di Milano si sprecano 110mila euro l’anno.

Medico strapagato per usare i robot. Che in ospedale non ci sono

Assumere (e promuovere) un medico specializzato nella chirurgia robotica vertebrale (pagandolo a peso d’oro), ma senza che questi in un anno e mezzo abbia mai effettuato un solo intervento con il robot, perché l’ospedale il robot vertebrale non ce l’ha… È il paradosso che si sta vivendo all’Asst Santi Paolo e Carlo di Milano, uno dei nosocomi più grandi di Milano (lo stesso nel quale è stata assunta la figlia dell’assessore regionale al Welfare Guido Bertolaso), dove dall’inizio del 2022 un sanitario è stipendiato (110mila euro l’anno, il compenso) per eseguire interventi con un macchinario che l’ospedale non ha mai comprato!

Il caso del medico pagato per utilizzare un robot che non c’è. Così all’Asst Santi Paolo e Carlo di Milano si sprecano 110mila euro l’anno

La storia, denunciata dalla consigliera regionale Carmela Rozza (Pd) con un’interrogazione del 18 settembre scorso, inizia ad aprile 2022, quando l’ospedale guidato dal Dg Matteo Stocco, delibera l’assunzione del medico a tempo determinato (la formula contrattuale è l’ex art. 15 septies, che prevede un incarico della durata di due anni), avvalendosi della facoltà di poter “conferire incarichi per l’espletamento di funzioni di particolare rilevanza e di interesse strategico”.

In questo caso si richiedevano, come si legge nella delibera n.891 del 12/4/2022, “competenze specifiche e comprovata esperienza negli ultimi due anni in chirurgia vertebrale complessa con tecnica chirurgica robotica”. Ma un medico ha bisogno anche di una equipe alle spalle, così, tre mesi dopo, con la deliberazione n. 1789 del 27/7/2022, i vertici della Asst creavano anche una apposita squadra di Chirurgia Vertebrale (SSD, Struttura Semplice Dipartimentale, in gergo), specializzata in “interventi con sistemi di chirurgia vertebrale robotizzata”.

Una nuova equipe necessaria, secondo l’ospedale, per assicurare “una maggiore riproducibilità, efficienza ed efficacia e una migliore programmazione degli interventi complessi in collaborazione con le competenze già presenti in azienda”. E a chi viene affidata la nuova SSD? Proprio al medico specializzato in chirurgia robotica, che prima riceve la qualifica di “Facente funzioni” (un controsenso, visto che la SSD era stata appena creata, quindi al posto di chi faceva le funzioni?), poi, dal 01/08/2023, attraverso procedura interna di selezione, poi viene nominato ufficialmente “Responsabile della Struttura Semplice Dipartimentale Chirurgia Vertebrale”.

La vicenda nella stessa struttura che ha assunto la figlia dell’assessore regionale al Welfare Bertolaso

Un iter di nomina che però ha suscitato più di un dubbio, visto che, come ricorda Rozza nell’interrogazione, “tra i requisiti di ammissione previsti dallo bando (per diventare Responsabile, ndr) venivano riportati gli specifici requisiti che prevedevano il possesso di contratto a tempo indeterminato, unitamente all’anzianità pari a 5 anni di servizio”. Inoltre nella delibera si legge (testuale): “Richiamate la deliberazione n. 891 del 12/04/2022, di conferimento dell’incarico a tempo indeterminato ex 15 septies D. Lgs. 502/92, al Dott. M.G.A.T., per n. 2 (due) anni, con decorrenza dal 12/09/2022 al 11/09/2024”, un errore evidente, dato il contratto del medico è a tempo determinato.

Tanto che quella nomina è stata oggetto sia di una segnalazione a Orac (Organismo regionale per le Attività di Controllo, che vigila sull’attività di Regione Lombardia e di tutti i suoi enti e aziende), sia di un esposto in procura da parte dei sindacati. Inoltre, come si legge ancora nell’Itr, tutto ciò avveniva senza che mai né il medico, né l’equipe avessero operato un solo paziente utilizzando il robot, perché non c’è…

E, paradosso nel paradosso, bisogna anche ricordare che al San Carlo da anni opera una unità specializzata in Neurochirurgia che, come si legge nel sito della stessa Azienda ospedaliera, “si occupa delle attività ambulatoriali e di ricovero inerenti le patologie neurologiche cranio-encefaliche, vertebro-midollari e dei nervi periferici che hanno potenzialità di trattamento chirurgico, sia elettivo, sia urgente H24” e con importanti volumi di attività interventistica anche in ambito vertebrale. In pratica oggi la Asst Santi Paolo e Carlo se non può vantare un’unità operatoria chirurgica robotizzata, può celebrare il fatto di avere ben due unità chirurgiche che operano la colonna vertebrale.