I decreti a cui sta lavorando Salvini sono il solito regalo ai tassisti. Gli Ncc promettono: se non cambiano li impugneremo

Le associazioni delle categorie alternative ai tassisti, come gli Ncc, si dicono pronte a impugnare i decreti a cui lavora Salvini.

I decreti a cui sta lavorando Salvini sono il solito regalo ai tassisti. Gli Ncc promettono: se non cambiano li impugneremo

La Lega, come si sa, ha il pallino non solo dei balneari ma anche quello dei tassisti. Ovvero ha a cuore la loro sorte e ne difende a spada tratta gli interessi a scapito delle categorie contigue, come quella degli Ncc. E anche questa volta il vicepremier e ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, nonché leader della Lega, Matteo Salvini, ci è ricascato.

La bozza dei tre decreti che ha illustrato a una platea di oltre 60 associazioni di categoria il 3 aprile ha fatto andare su tutte le furie gli Ncc. “Se quei decreti non cambieranno li impugneremo”, dice a La Notizia Francesco Artusa, presidente di Sistema Trasporti, associazione per il trasporto privato di Ncc e bus turistici. La verità è che Salvini è rimasto sordo perfino ai richiami della Consulta e del Tar Lazio. Che, con alcune recenti sentenze, hanno sostanzialmente confermato come la legge che regola taxi ed Ncc sembra fatta allo scopo di favorire i primi sulla pelle dei secondi.

Le norme che favoriscono i tassisti

Tra le norme dei tre decreti in lavorazione, contestate dalle associazioni del settore, c’è la raccolta e la conservazione dei dati degli utenti del servizio Ncc, in palese violazione delle norme sulla privacy.

Nel mirino c’è poi il “waiting time” tra due servizi portato a 30 minuti. Nel corso del question time al Senato del 18 aprile, Salvini ha detto che “i decreti non prevedono alcun lasso di tempo obbligato, alcuna pausa tra una corsa e l’altra per gli Ncc”, anzi “abbiamo cercato di favorire la continuità nello svolgimento del servizio evitando il ritorno in rimessa in tutti i casi in cui vi siano più servizi collegati”. “Il ministro mente sapendo di mentire”, replica Artusa.

Che spiega: “I 30 minuti non sono obbligatori se uno rientra in rimessa. Per una sentenza della Consulta, però, è diritto degli Ncc accogliere nuove prenotazioni fuori dalla rimessa attraverso le nuove tecnologie. Dunque, ogni volta che un Ncc volesse inserire un servizio al posto di uno cancellato, o accettarne uno nuovo mentre è fuori dalla rimessa, questo cliente dovrà aspettare 30 minuti. È un fatto. Fingere che non esista a beneficio delle telecamere del Senato non cambierà lo stato delle cose”.

A pagare pegno i concorrenti dei taxi

I decreti in questione, peraltro, vanno visti in combinato con il codice della strada che è in discussione e che contiene una norma, anche questa un unicum in tutta Europa. Vale a dire gli Ncc sono l’unica categoria che viene fermata da due a otto mesi per qualsiasi tipo di infrazione. Stessa sanzione che si applica all’abusivo totale.

Non c’è dubbio che il combinato di tutte queste disposizioni ci dicono quanto Salvini e le destre, in generale, siano sdraiate sui tassisti ai danni dell’intera collettività che paga pegno, come le immagini delle lunghe code all’uscita dalle stazioni in attesa di un’auto bianca ci dicono.