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I Fratelli d’Italia non sono mai sazi. Adesso vogliono tutta la Rai

Il governo (ovvero Fratelli d'Italia) non perde occasione per far capire a tutti che la Rai dev’essere roba sua.

Pubblicato il 21 Marzo 2023 di Greta Lorusso
I Fratelli d’Italia non sono mai sazi. Adesso vogliono tutta la Rai

Che sia lo show di Fedez a Sanremo o la parolaccia di Lucia Annunziata pronunciata al cospetto della ministra per la Famiglia Eugenia Roccella, a cui hanno fatto seguito numerose scuse della conduttrice, il governo (ovvero FdI) non perde occasione per far capire a tutti che la Rai dev’essere roba sua. “Turpiloquio usato per intimidire”, ha sbottato Maurizio Gasparri di Forza Italia, accusando Annunziata di aver interrotto costantemente la ministra.

Il governo (ovvero Fratelli d’Italia) non perde occasione per far capire a tutti che la Rai dev’essere roba sua

“È una vergogna che una persona del genere abbia in mano spazi del servizio pubblico. La stagione di ricambio dei vertici Rai diventa urgente perché c’è un abuso costante”, ha aggiunto. “Conduzione ideologica e prevaricante” per Federico Mollicone di FdI. Quel Mollicone autore, ieri, della gaffe sulla maternità surrogata definita peggiore della pedofilia (leggi articolo a pagina 6), per intenderci. E i componenti della Lega in commissione di Vigilanza Rai commentano: “Atteggiamento intollerabile, troppi giornalisti del servizio pubblico credono di essere al Nazareno (sede del partito del Pd, ndr)”.

“Abolizione del canone Rai: la Lega come promesso ha presentato una proposta di legge, chiediamo il sostegno di tutti per approvarla”, ha scritto sui social il leader della Lega, Matteo Salvini. A mettere in croce ieri la conduttrice che svolgeva il suo ruolo di giornalista, ovvero incalzare i suoi interlocutori anche con domande scomode, è stata ancora una volta FdI con una nota dei suoi componenti in Vigilanza Rai. “È davvero inaccettabile quanto avvenuto durante la trasmissione ‘In mezz’ora’. La conduttrice ha più volte interrotto il ministro Roccella impedendole di parlare, fino a scivolare nella volgarità. Che senso ha invitare un esponente politico, peraltro ministro, ad un’intervista e poi impedirgli di parlare perché non si condividono le sue tesi?”. Per concludere che “faziosità e ideologia si pongono agli antipodi rispetto al servizio pubblico”.

Annunziata – si legge ancora – “si è resa protagonista di una pessima pagina del giornalismo e dell’emittente pubblica. È arrivato il momento di cambiare pagina. Il rispetto dei contribuenti che pagano il canone Rai non può più venire meno”. Per Gasparri “per fortuna, presto anche nel servizio pubblico ci sarà una stagione di libertà e di pluralismo, che restituirà gli stalinisti a Stalin e la televisione a un vero e arioso dibattito delle idee”. Reagisce il Pd: “Il vizio della destra degli editti contro i giornalisti si ripresenta con puntualità. Per un episodio già chiarito, FdI, addirittura in una nota di gruppo, pretende l’epurazione di Lucia Annunziata”, dichiara il dem Vinicio Peluffo, componente della commissione di Vigilanza Rai.

La pratica delle minacce ai giornalisti è “grave e va respinta con forza”, dice Nicola Fratoianni di Sinistra Italiana, a cui replica sempre Gasparri: “Fratoianni è un parlamentare, si dovrebbe rivedere la trasmissione per accorgersi che nessuno minaccia l’Annunziata, ma che è lei che minaccia il Parlamento, irridendo le Commissioni che votano”.

Ma le minacce delle destre di voler cambiare aria in Rai fanno ridere. Come certifica uno studio dell’Osservatorio di Pavia citato da la Repubblica, nei primi due mesi dell’anno il Tg1 ha concesso alla maggioranza e al governo il 66,9% del parlato (il grosso se lo aggiudicano i meloniani) e peggio ha fatto il TG2 in cui governo e maggioranza hanno strabordato per il 67,7%. Salva la faccia il Tg3 che al governo e ai partiti che lo sostengono ha affidato il 54,3% dello spazio. Ma alla banda che occupa Palazzo Chigi questo non basta ancora, forse vogliono il 100%? Per non parlare poi dell’obiettivo finale di Meloni che è quello di avere un consiglio di amministrazione a sua immagine e somiglianza.

di Greta Lorusso

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