I genitori di Renzi saranno processati per bancarotta fraudolenta ed emissione di fatture false. Rinviati a giudizio insieme ad altri 14 imputati per il fallimento di tre cooperative

I genitori di Renzi saranno processati per bancarotta fraudolenta ed emissione di fatture false. Rinviati a giudizio insieme ad altri 14 imputati per il fallimento di tre cooperative

I genitori del leader di Italia Viva, Matteo Renzi, Tiziano Renzi e Laura Bovoli, sono stati rinviati a giudizio dal Tribunale di Firenze, insieme ad altri 14 imputati, nell’ambito dell’inchiesta riguardante il fallimento delle cooperative “Delivery Service Italia”, “Europe Service” e “Marmodiv”. I reati ipotizzati a vario titolo sono bancarotta fraudolenta ed emissione di fatture false. Si tratta dell’inchiesta che due anni fa portò agli arresti domiciliari i genitori dell’ex premier (leggi l’articolo). Il processo comincerà il primo giugno a Firenze.

Secondo le indagini, condotte dalla Guardia di Finanza e coordinate dal procuratore aggiunto Luca Turco, Tiziano Renzi e sua mogli sarebbero stati amministratori di fatto delle tre cooperative finite al centro degli accertamenti dopo essere fallite, tramite persone di fiducia o comunque condizionando le decisioni prese all’interno delle stesse società.

Il gup del Tribunale del capoluogo toscano ha disposto il processo per altri 14 imputati (inizialmente erano 18 in tutto), tra legali rappresentanti delle cooperative, componenti dei consigli di amministrazione e imprenditori. Ha patteggiato una pena a 6 mesi di reclusione l’imprenditore ligure, Mariano Massone, accusato di bancarotta fraudolenta. Nel febbraio del 2019 erano finito anche lui ai domiciliari. Estinte le accuse a carico di un altro imputato, deceduto nel corso dell’udienza preliminare.

“La decisione del gup – affermano in una nota i legali della famiglia Renzi – era attesa visto il tipo di vaglio a cui questo è chiamato per legge. E’ però emersa già dalle carte la prova della infondatezza del castello accusatorio, il cui accertamento necessariamente dovrà avvenire in dibattimento. Confidiamo quindi di poter confutare la tesi inquisitoria in tale sede”.