I giornaloni e il buco delle notizie

di Marco Castoro

Nasce il polo editoriale di Repubblica e La Stampa. Una scelta obbligata dalla crisi dei giornali, che da tempo non lascia scelta alle concentrazioni e al taglio dei costi. Chi produce i quotidiani deve affrontare le spese già insostenibili quando si vendevano montagne di copie e la pubblicità pagava milioni. Oggi invece si vende poco e internet compensa solo in minima parte i ricavi perduti. Gli editori insomma vendono carrozze nell’epoca delle astronavi. Se però la fusione tra i gruppi di De Benedetti (Repubblica) e Fiat (La Stampa con annesso Il Secolo XIX di Genova) è perciò una buona notizia per la sopravvivenza delle aziende nel lungo periodo, non è altrettanto una buona notizia sul piano del pluralismo dell’informazione. Pochi grandi giornali, per altro in mano a editori impuri, più interessati ai rapporti col Governo e l’establishment finanziario che ai lettori, sono una minore garanzia per la circolazione di tutte le notizie. E di conseguenza per la stessa democrazia. I piccoli editori indipendenti, come nel caso di questo giornale, sono così più che mai preziosi. Ma anche fragilissimi di fronte a giganti tanto potenti.