I grillini ci ripensano. E la Gabanelli da “Presidente” diventa “serva del potere”

di Angelo Perfetti

Da “Presidente” a “serva del potere”, da garante della democrazia a schiava dei partiti. Il popolo dei grillini – o meglio, una parte di quel popolo – si è scagliato contro la conduttrice di Report rea di aver confezionato un servizio nel quale chiedeva conto dei guadagni fatti con il Blog da Casaleggio e Grillo. “Il punto è uno: ha detto la Gabanelli – sono state dette cose false? Se è così siamo pronti a precisare. Finora nessuno del M5S mi ha insultata al telefono. Cosa che invece ha fatto qualche simpatizzante degli ex Ds a proposito dei loro debiti che, secondo loro, dovremmo pagare noi”. Al telefono forse no, ma sullo strumento principe del Movimento, internet, i commenti sono passati da “asservita al Pd”, passando per “giornalista di m…” fino a “pu….na”. Insomma, non proprio rose e fiori.

La Gabanelli, prima nelle quirinarie (le primarie online dei ‘Cinque stelle’ per l’indicazione del loro candidato alla presidenza della Repubblica) nel corso della trasmissione ha posto due domande: ‘’Che fine fanno i proventi del blog di Grillo’’ e ‘’quanto guadagna la Casaleggio e associati dalla pubblicità sul sito’’. Poi un invito: ‘’Con tre milioni di disoccupati smettetela di parlare di scontrini’’, riferendosi alle polemiche interne sulla diaria. Non l’avesse mai fatto…
Se c’è un punto debole del Movimento di Grillo è proprio questa insofferenza alla critica. L’esaltazione messianica del “o con me o contro di me” impedisce il confronto anche con le forze sane del Paese. Pretestuoso pensare che il buono sia solo all’interno del Movimento, infantile cambiare opinione sulla bontà di una persona appena esce dall’alveo del Movimento stesso. Ripiegati su se stessi i grillini perdono di vista la possibilità di trovare soluzioni comuni, e in attesa di una rivoluzione (che però, ad oggi, non ha il consenso nemmeno della maggioranza degli italiani, figuriamoci quanto è lontana da un plebiscito) continuano a perdere treni per raggiungere quegli obiettivi per i quali il Movimento è nato. In nome della trasparenza, lo staff di Beppe Grillo in un post ha precisato: “I proventi degli introiti pubblicitari del blog di Beppe Grillo non sono utilizzati per finanziare il Movimento 5 Stelle. Il M5S si finanzia con il lavoro e le piccole donazioni volontarie degli attivisti di tutta Italia”.

Di trasparenza in questa risposta non c’è molto: non entra nello specifico di quanto valgano quelle entrate, che sarebbe comunque ingenuo definire lontane o comunque non strettamente connesse all’attività politica di Grillo, ancorché lecite. Intanto una nota del gruppo della Camera del M5S chiarisce che “solo l’assemblea dei parlamentari, sovrana nel gruppo del Movimento 5 Stelle, può decidere sia l’assunzione dei giornalisti proposti da Beppe Grillo, sia l’entita’ dello stanziamento. Non risulta quindi essere veritiera la ricostruzione sul punto fatta da ‘Report’ ‘’. Senza entrare nel merito delle battaglie politiche, in gran parte condivisibili, che il Movimento 5 Stelle sta portando avanti, è indubbio che la questione economica, fondamento di una parte del pensiero grillino sull’arricchimento che la politica consente ai singoli a danno delle masse, sia importante. Nulla a che vedere con le ruberie perpetrate negli anni, niente di paragonabile agli sprechi della cosa pubblica, ma pur sempre materia di dibattito sulla credibilità di una persona e delle sue idee. Un aforisma di Pietro Nenni calza a pennello: “A fare a gara a fare i puri, troverai sempre uno più puro… che ti epura”.