I ritardi del Pnrr presentano il conto: a rischio i progetti di ristrutturazione delle scuole

I ritardi del Pnrr rischiano di ricadere sugli studenti delle scuole demolite e che devono essere ricostruite: l'allarme dei sindaci.

I ritardi del Pnrr presentano il conto: a rischio i progetti di ristrutturazione delle scuole

Il rischio, per tanti studenti, è di non rivedere più la propria scuola. Almeno non quelle che sono state praticamente abbattute per essere ricostruite con i fondi del Pnrr. Ma i ritardi potrebbero mettere a repentaglio questi progetti, lasciando gli alunni e gli insegnanti in classi fatiscenti, in soluzioni temporanee e in balia di lavori che potrebbero non finire mai.

L’allarme viene lanciato da un gruppo di sindaci e dalla vicepresidente della Camera, Anna Ascani. Il problema riguarda il meccanismo per i progetti del Pnrr nell’edilizia scolastica, che dimostra di non funzionare come dovrebbe. E così gli istituti potrebbero non riaprire in tempo per l’inizio del prossimo anno scolastico.

Pnrr, l’allarme sulle scuole demolite e da ricostruire

Proprio Ascani spiega che le scuole legate ai progetti del Pnrr “rischiano di non vedere la luce” e per questo chiede che la politica scenda direttamente in campo. Il Pd dà quindi voce ai sindaci in una conferenza stampa organizzata anche da Piero De Luca e Irene Manzi: “Il nostro impegno è quello di ascoltare la voce di questi amministratori”.

La richiesta rivolta ai sindaci è quella di segnalare i casi in cui i progetti del Pnrr non possono essere completati. Un esempio lo porta Franco Palù, sindaco di San Polo D’Enza: per costruire le scuole i sindaci devono passare per Invitalia, che affianca le amministrazioni nelle diverse fasi della spesa dei fondi. Invitalia deve quindi mettere a gara le opere e scegliere le ditte.

Palù racconta: “Quando ho visto che l’azienda scelta da Invitalia offriva uno sconto del 32% sul costo dell’opera mi sono preoccupato. Prima di fare il sindaco, facevo il progettista e l’esperienza insegna che difficilmente con uno sconto del genere si riesce a rispettare i tempi previsti per il completamento dell’opera”. E così è andata, con gli studenti che seguono le lezioni in “diversi locali sparsi nel Comune”, mentre “della nuova scuola non ci sono che le fondamenta”. Il sindaco prosegue: “La ditta non sta proseguendo i lavori perché dice che ha un problema con un prefabbricato che non arriva. Abbiamo chiesto di rimuovere l’azienda e fare posto alla seconda piazzata in gara, ma ci hanno risposto che i tempi sono scaduti a ottobre”.

Un altro caso è quello di Città di Castello, illustrato dal sindaco Luca Secondi: qui la scuola è stata demolita, ora c’è “un cumulo di macerie dove prima c’era una scuola e non abbiamo un operatore economico”. Stessa situazione anche a Roseto Abruzzi. Per questo motivo Ascani rivolge un appello al governo, chiedendo “di trovare una soluzione per rispondere ai problemi e alle frustrazioni dei sindaci, c’è un problema e ignorarlo non risolverà nulla”.

Irene Manzi, responsabile Scuola del Pd, lancia l’allarme sulla sostituzione di circa 195 scuole prevista dal Pnrr, una missione del Piano che “rischia di fallire”: “Nonostante i propositi iniziali, i cantieri sono in grave ritardo e questo rischia di condizionare pesantemente il raggiungimento degli obiettivi. La scuola italiana, fondamentale per il nostro futuro, è ancora una priorità solo a parole. È ora che il governo prenda misure concrete per evitare che l’intero progetto di ristrutturazione delle scuole venga compromesso, mettendo a rischio un investimento così importante”.