I soliti regali nella legge di Stabilità

di Carmine Gazzanni

Dalla miriade di strade provinciali al miglioramento genetico del bestiame. Dalla stampa estera fino al tentativo di assicurare favori all’Anas. E poi le stranezze più assolute, come il taglio delle accise sulla birra o la vera e propria task force per le donne. È sempre così: quando arriva il momento di presentare gli emendamenti alla legge di stabilità, in Parlamento ci si sbizzarrisce. E, alla fine, il gioco è a chi la spara più grossa. Non potrebbe essere altrimenti, considerando anche la mole delle modifiche presentate: 3.700 in commissione Bilancio, a cui si aggiungono altri 155 presentati dalle altre Commissioni.

DISSIDENTI PD
Una mole spaventosa che ha costretto il presidente di commissione Francesco Boccia a porre un tetto: saranno ammessi soltanto 500 emendamenti. Non di più. Tanto che i primi tagli già sono cominciati a fioccare: nella sola giornata di ieri siamo infatti passati a 2.100. Il lavoro, dunque, è ancora lungo. E ostacolato dallo stesso partito di maggioranza. Il gruppo che ha presentato più emendamenti è, infatti, proprio il Partito Democratico con 1.034 richieste di modifica. Una enormità. Tanto che i Dem staccano di gran lunga tutti gli altri, a cominciare dalle stesse minoranze: il Movimento 5 Stelle ne ha presentati 643, Forza Italia 569, la Lega si è “limitata” a quasi 400 (373) mentre Sel arriva a 266. Tanti anche gli emendamenti di Ncd (242), mentre Scelta Civica avanza 120 richieste. Via via tutti gli altri. Infine, come detto, 155 dalle altre commissioni coinvolte (di cui solo una cinquantina ammessi).

MA CHE C’AZZECCA
Il lavoro della commissione Bilancio, dunque, si preannuncia piuttosto complicato. Anche perché non mancano, come detto, le bizzarrie. A cominciare dal fatto che, in diversi casi, i parlamentari hanno presentato emendamenti che poco c’entrano con l’articolo modificato. Qualche esempio? In modifica all’articolo 3 – “Fondo per la realizzazione del Piano La buona scuola” – un nutrito numero di parlamentari Cinque Stelle ha presentato un articolo 3-bis in merito alle certamente attinenti “misure per la realizzazione di una rete di ricarica veloce in aree extraurbane e autostradali” per i veicoli elettrici; gli stessi, sempre a compimento delle misure per La buona scuola, hanno pensato alla necessità dell’incremento nell’utilizzo “pompaggi idroelettrici esistenti”. Ma non è finita qui. Perché per la scuola potrebbero essere anche essenziali “misure per la riduzione del consumo di energia nei porti” o, magari, le “disposizioni in materia di disciplina degli orari di apertura degli esercizi commerciali” (ancora emendamenti pentastellati).

UNIVERSITÀ LIBERA TUTTI
Rimaniamo però in tema scolastico. Anche qui le proposte bislacche si sprecano. Alcuni parlamentari Pdl, per dire, hanno presentato un emendamento che prevede l’istituzione di un fondo “per l’autonomia delle istituzioni scolastiche”. In altre parole uno stanziamento che rende le singole scuole autonome sotto tutti i punti di vista. Anche didattico. Passiamo allora al mondo universitario. Utopistica la proposta del deputato Pd Luca Pastorino che propone una tassa d’iscrizione da 50 euro. Ma non basta. Il parlamentare si spinge oltre: “l’ammontare massimo complessivo dei contributi universitari dovuti ogni anno da ciascuno studente è di 500 euro”. Chimera.

FONDO A TUTTO TONDO
Di Fondi ministeriali, come sappiamo, già ne abbiamo tanti. Eppure i parlamentari si sbizzarriscono a proporre l’istituzione di fondi praticamente per tutto. Alcuni ne propongono uno “per il sostegno delle microimprese attive nel settore del commercio al dettaglio”, altri uno “per il sostegno alla formazione di cooperative di maestranze”. Finita qui? Certo che no. Ecco allora, scorrendo tra gli emendamenti, il “Fondo venture capital per l’industria” o quello per “la formazione di cooperative di maestranze”. Fino ad arrivare a quello per “le imprese che hanno maturato crediti per forniture di beni e servizi, effettuati nei confronti di enti libici”. Esatto, libici.

FLORA E FAUNA
Un amore incondizionato quello dei deputati per animali e piante. Specie se trattasi di olivi e castagni. Ecco allora che Daniele Montroni (Pd) ha pensato ad un emendamento che assegni 20 milioni per la lotta al la“Aethina tumida”, parassita delle api; altri 20 al cinìpide, acerrimo nemico del castagno. E, dato che ci siamo, ulteriori 20 milioni per combattere il “disseccamento rapido degli ulivi”. È importante interessarsi, però, anche agli animali. E, più nello specifico, al “miglioramento genetico del bestiame”. E così ecco il fondo ad hoc, da 10 milioni di euro, previsto con un emendamento specifico da alcuni deputati del Pdl, tra cui Renato Brunetta.

ANAS D’ORO
L’emendamento è leghista e presentato da Davide Caparini, Paolo Grimoldi e Guido Guidesi. Il discorso è molto semplice: “L’ANAS S.p.a. è autorizzata ad applicare il pedaggio sulle autostrade e sui raccordi autostradali in gestione diretta della stessa ANAS S.p.a., come elencate all’allegato A”. E cosa elenca l’allegato A? Ben 13 strade, tra cui il Raccordo Anulare e la Roma-Aeroporto Fiumicino. E via via altre strade secondarie – su cui ovviamente oggi non si paga alcun pedaggio – come la Perugia-Bettolle o la Pescara-Chieti. Un emendamento, dunque, che regalerebbe all’Anas un grosso regalo. Ma, d’altronde, quello delle infrastrutture è certamente il settore in cui i parlamentari sono più attivi. Spuntano infatti come funghi emendamenti che prevedono stanziamenti per questa o quella strada. Dalla Venezia-Trieste alla Transpolesana.

E SPUNTA L’AIUTINO PER I CASINÒ
Non c’è niente da fare. Il vecchio vizio di pensare alle lobby del gioco non tramonta mai. E così, nonostante nella legge di stabilità si prevedano addirittura fondi per combattere la ludopatia, il deputato leghista Rudi Franco Marguerettaz propone un emendamento che va esattamente in senso contrario, dato che agevola il gioco d’azzardo. E, più nel dettaglio, i casinò. “A decorrere dal proeriodo di imposta successivo al 31 dicembre 2014 – si legge nell’emendamento – la base imponibile ai fini del calcolo di imposta sugli spettacoli per le case da gioco […] è ridotta forfettariamente di una percentuale pari al 50 per cento”. Come detto, l’ennesimo grosso aiuto per le lobby del gaming. Questo non è però l’unico emendamento presentato nell’ambito del gioco d’azzardo. Altri, encomiabili, già sono stati dichiarati innammmissibili. Come quello di Barbara Saltamartini (Ncd), relativo all’articolo sul contrasto della ludopatia, che chiede di assegnare un contributo di 1 milione di euro per ciascuno degli anni del triennio 2015-2017. L’altro emendamento è di Massimo Baroni (M5S): avrebbe previsto una sanzione amministrativa nel caso in cui soggetti operanti nel settore del gioco avessero erogato finanziamenti a soggetti pubblici. Come non detto.

TAGLI ALLA RAI PER LE TV LOCALI
No, non basta il taglio già disposto dal governo Renzi quest’anno per la Rai. Come si sa, infatti, il decreto cosiddetto “Irpef” (quello degli 80 euro per intenderci), ha disposto una riduzione di 150 milioni di euro dello stanziamento per il servizio pubblico. Su quella stessa scia, la legge di stabilità – articolo 25 – prevede tra le altre cose un taglio, a partire dal 2015, del 5 per cento dal fondo disposto dal ministero dello Sviluppo Economico per la Rai, appunto. Un taglio del quale si sono “approfittati” i deputati di Fratelli d’Italia Ignazio La Russa e Massimo Corsaro, i quali hanno presentato un emendamento che prevede una maggiore riduzione: dal 5 al 10 per cento. Il motivo? Semplice: in questo modo “la metà dell’importo è destinata alle televisioni provinciali e regionali che trasmettono quotidianamente programmi informativi e telegiornali autoprodotti”. A pronunciarsi a riguardo anche la Lega Nord che ha presentato un altro emendamento che, sulla scia del federalismo fiscale, prevede che la quota sottratta alla Rai dal Mise venga poi assegnata per il 90 per cento alle Regioni e “ripartita tra le emittenti locali”. Abbondano poi (soprattutto da parte ancora della Lega) gli emendamenti che, sic et simpliciter, prevedono l’abolizione del canone.

BIRRA E PROSTITUTE
Che cosa c’entri l’alcol con il bonus degli 80 euro, resta un mistero. Eppure quattro deputati leghisti hanno presentato un emendamento proprio all’articolo 4 – che prevede appunto la stabilizzazione del bonus degli 80 euro – riguardante birre e alcolici. Lì al Nord probabilmente fa parecchio freddo e allora la Lega Nord ha chiesto che “con provvedimento del direttore dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli” sia modificata la determinazione del 23 dicembre 2013, tramite la quale è stato imposto un aumento “delle aliquote dell’accisa sulla birra, sui prodotti alcolici intermedi e sull’alcol etilico”. Bene, ora i leghisti chiedono di abolire quel provvedimento. Più birra e alcol per tutti, insomma. Ma non è tutto. Ancora la Lega ha pensato anche alla prostituzione. A pattto che avvenga in abitazioni private, in edifici “ove non sono presenti abitazioni con destinazioni d’uso diversa”. E, ancora, a pattto che tali edifici siano “in comuni con popolazione superiore a 10.000 abitanti”. Questa è la proposta presentata, in discussione alla legge di stabilità, dai deputati leghisti Davide Caparini e Guido Guidesi. I due parlamentari chiedono infatti di emanare un decreto che stabilisca “le modalità finalizzate a regolamentare l’esercizio consentito della prostituzione”. Ovviamente, prevedendo anche “le modalità che garantiscano i dovuti controlli igienico sanitari e stabilendo contemporaneamente nuove misure atte a contrastare il fenomeno della prostituzione in luoghi pubblici o aperti al pubblico.

STAMPA, MY DEAR
Lei è Fucsia Nissoli Fitzgerald del Maie (Movimento associativo italiani all’estero). Tra gli emendamenti che ha presentato ce n’è uno che stupisce. Mentre diverse voci parlano della necessità di abolire o perlomeno tagliare i fondi per la stampa, la Nissoli propone di incrementare di un milione di euro la “dotazione finanziaria per i contributi diretti in favore della stampa italiana all’estero”. Quando si dice tempestività.

L’AIUTINO AI PARTITI
Chiudiamo con gli emendamenti presentati dallo stesso parlamentare, Giovanni Sanga (Pd) il quale per non sbagliarsi ha pensato bene di presentarne due fotocopia. Siccome si prevede l’innalzamento del tetto per le erogazioni liberali (da poco più di 2mila a 30mila), Sanga precisa che “i versamenti effettuati dai candidati e dagli eletti alle cariche pubbliche in favore dei partiti e dei movimenti politici si considerano, in ogni caso, erogazione liberale”. Non si sa mai.

@CarmineGazzanni