Idrogeno verde, la via per decarbonizzare i processi industriali energivori

Rendere sostenibili i settori produttivi hard-to-abate dove l’elettrificazione è più difficile si può, se si investe sull’idrogeno verde.

Idrogeno verde, la via per decarbonizzare i processi industriali energivori

Decarbonizzazione e affrancamento dalle fonti fossili sono possibili e convenienti, oggi lo sappiamo con certezza, e altrettanto bene conosciamo la via più intelligente ed efficace per accelerare la transizione energetica: l’elettrificazione di usi e consumi, sia in ambito domestico che nei settori produttivi, con ricorso sempre più deciso alle fonti di energia rinnovabile.

Rendere sostenibili i settori produttivi hard-to-abate dove l’elettrificazione è più difficile si può, se si investe sull’idrogeno verde

Tuttavia in determinati settori più energivori, non a caso definiti hard-to-abate (la lavorazione dell’acciaio, quella della ceramica, le fabbriche chimiche, per citarne solo alcuni), in cui l’elettrificazione non è possibile o è molto complessa, la soluzione per decarbonizzare deve essere per forza di cose un’altra, e quella soluzione è l’idrogeno verde.

Una tecnologia molto promettente e su cui si stanno moltiplicando gli investimenti, perché soprattutto nel medio-lungo periodo se ne intuiscono le prospettive di successo in chiave di sostenibilità delle produzioni industriali energivore. Proprio in direzione dell’applicazione industriale e della costruzione delle infrastrutture nella catena del valore dell’idrogeno vanno due importanti progetti di Enel Green Power (la divisione del Gruppo Enel dedicata allo sviluppo e all’esercizio di impianti di energia rinnovabile in tutto il mondo) che hanno di recente ricevuto sovvenzioni pubbliche approvate dalla Commissione Europea nell’ambito di IPCEI Hy2Use, il progetto comune di interesse europeo elaborato e notificato congiuntamente da tredici Stati Membri, che erogheranno complessivamente fino a 5,2 miliardi di euro.

Idrogeno verde: cos’é, come si ottiene, quando conviene

Non disponibile da solo in natura, l’idrogeno è sempre legato ad altri elementi, tra cui l’acqua. Un metodo di produzione dell’idrogeno è quello che si consegue con l’elettrolisi, ossia la scissione dei due elementi costitutivi dell’acqua (idrogeno, appunto, e ossigeno) attraverso la corrente elettrica; in chiave di sostenibilità parliamo di idrogeno verde, l’unico che ha davvero impatto zero sull’ambiente, laddove quella corrente elettrica viene generata esclusivamente da fonti rinnovabili, differentemente dall’idrogeno grigio – ricavato con elettricità prodotta con fossili – e dall’idrogeno blu – in cui l’elettricità è sempre prodotta con fossili sebbene venga al contempo catturata e stoccata la CO2 emessa durante la lavorazione.

Nell’elettrolizzatore, dunque, o cella elettrolitica, avviene la separazione dell’acqua nei suoi elementi costitutivi per effetto del contatto con due elettrodi; quando l’elettrolizzatore si trova vicino ad un impianto rinnovabile si può utilizzare la porzione di elettricità prodotta in eccesso per alimentare la cella stessa, e stoccare il surplus di idrogeno in più per poter successivamente riutilizzarlo come materia prima (nella produzione dell’acciaio, ad esempio) o come combustibile per fornire calore ad alta temperatura.

Carburante con eccellente densità energetica (1 Kg contiene la stessa energia di 2,4 kg di metano o di 2,8 kg di benzina) ed efficienza di conversione (in un’auto a idrogeno fino al 60% dell’energia chimica dell’idrogeno viene convertita in energia motrice, quella dei motori termici oscilla tra il 20% e il 35%), l’idrogeno verde ha dalla sua la relativa facilità di stoccaggio e di trasporto negli usi industriali, e, come detto, la totale assenza di emissioni climalteranti.

L’impegno di Enel Green Power

Nata dall’iniziativa congiunta di Enel Green Power e Saras legata allo sviluppo di idrogeno verde in Sardegna, la società SardHy Green Hydrogen ha elaborato un progetto volto a installare un elettrolizzatore da 20 MW nel sito industriale di Sarroch, in provincia di Cagliari. L’impianto sarà alimentato esclusivamente da energia rinnovabile di Enel Green Power e produrrà idrogeno verde diretto alla raffineria di Saras con lo scopo di ridurre il “carbon footprint” dei processi di raffinazione. Un altro progetto congiunto legato allo sviluppo dell’idrogeno verde ha visto Enel Green Power, stavolta al fianco di Eni, dar vita alla joint venture South Italy Green Hydrogen: in questo caso verranno realizzati due impianti (entrambi con tecnologia PEM), uno all’interno della bioraffineria di Gela – dove sarà installato un elettrolizzatore da 20 MW – e l’altro nelle vicinanze della raffineria di Taranto – che vedrà l’installazione di un elettrolizzatore da 10 MW.

Sia SardHy Green Hydrogen che South Italy Green Hydrogen sono stati tra i beneficiari italiani dei 5,2 miliardi di euro di sovvenzioni pubbliche approvate dalla Commissione Europea nell’ambito di IPCEI Hy2Use, il progetto comune di interesse europeo elaborato e notificato congiuntamente da tredici Stati Membri per sostenere la ricerca e l’innovazione, la prima applicazione industriale e la costruzione delle relative infrastrutture nella catena del valore dell’idrogeno.

Un riconoscimento prestigioso e dalla doppia valenza: nazionale, perché premia la progettazione di impianti italiani – con tutti i benefici in termini ambientali e socioeconomici che questo comporta a vantaggio del territorio -, ma anche europeo, perché certifica la bontà delle pianificazioni proposte e ne supporta la realizzazione.

Nella convinzione che investire su questa tecnologia e farlo in primis in Italia, come ha sottolineato il CEO di Enel Green Power Salvatore Bernabei, significa non solo dare una prospettiva concreta alla totale decarbonizzazione dei processi industriali energivori, ma anche accelerare lo sviluppo di una filiera europea per la produzione di idrogeno verde.