Il Copasir lancia l’allarme: ora i terroristi potrebbero arrivare sui barconi. Intanto espulso un altro imam

Cresce il rischio che dei militanti possano fuggire in Europa anche via mare. Giacomo Stucchi, presidente del Copasir, ha pochi dubbi. Ecco lo scenario

Scenario diverso  con la liberazione di Sirte dall’Isis. Ma ciò non vuol dire che il pericolo terrorismo sia ormai scampato. Anzi, “cresce oggettivamente il rischio che dei militanti possano fuggire in Europa anche via mare”. Giacomo Stucchi, presidente del Copasir, ha pochi dubbi: se “a lungo è stato altamente improbabile, se non impossibile che Daesh facesse viaggiare suoi affiliati sui barconi, esponendo ai rischi oggettivamente alti della traversata uomini su cui aveva investito in tempo e soldi”, oggi si è “in pieno caos, e nella fuga dalla Libia quelli che non sono diretti verso sud potrebbero anche decidere di tentare la carta del viaggio in mare verso l’Europa. Sono cani sciolti, gente allo sbando, che scappa – sottolinea Stucchi – poi si tratta di capire quali intenzioni ha chi dovesse davvero arrivare in questo modo: semplicemente far perdere le proprie tracce oppure voler continuare a ‘combattere’ in nome della propria causa?”.

Uno scenario completamente cambiato dunque rispetto a qualche giorno fa anche per i risultati ottenuti dalle Forze democratiche della Siria (Fds), coalizione curdo-araba sostenuta dagli Stati Uniti, sconfiggendo le sacche di resistenza dell’Is.

Quanto alle minacce a Roma lette sui muri della città libica strappata all’Is, per il presidente del Copasir “vanno lette nell’ottica della propaganda fatta da Daesh negli ultimi anni e negli ultimi mesi, soprattutto in Libia. Nel mirino c’è l’Occidente in genere con tutti i simboli che il sedicente Califfato intende abbattere, e Roma come culla della cristianità è un bersaglio come qualsiasi altra città degli ‘infedeli'”.

Intanto continuano gli arresti e le espulsioni di potenziali terroristi. L’imam di Andria, Hachemi Ben Hassen, è stato espulso su ordine del ministro dell’Interno. È stato lo stesso Angelino Alfano a dare la notizia: “Oggi (ieri, ndr) pomeriggio è stato espulso un altro imam, su esecuzione del provvedimento da me firmato. Dal gennaio del 2015 sono 9, quindi, gli imam espulsi, 27 se si va a ritroso fino al 2003. Si tratta di un tunisino di 49 anni, della moschea di Andria, arrestato dal Ros dei Carabinieri perché sospettato del reato di associazione con finalità di terrorismo internazionale”. C’è da dire, peraltro, che il 15 luglio la Cassazione, annullando le condanne per cinque presunti jihadisti, aveva deciso anche la rideterminazione della pena per l’imam arrestato in un’operazione antiterrorismo del 2013.  Il responsabile del Viminale ripercorre la storia dell’imam: “Lo scorso 15 luglio l’imam era stato scarcerato in seguito a una sentenza della Corte di Cassazione che, annullando la precedente pronuncia limitatamente al reato di terrorismo, aveva dato mandato alla Corte d’Assise d’Appello di Bari di rideterminare la pena per i reati di istigazione all’odio e alla violenza razziale. Considerando l’espulsione di oggi, quelle eseguite dall’inizio del 2015 sono 109 e, di queste, 43 riguardano l’anno in corso”.

Sul telefono dell’imam nel gennaio 2009 era stato intercettato questo sms: “Dio prendi il mio sangue come vuoi e disperdi il mio corpo per il tuo disegno come vuoi. Amen!”. Agli atti anche frasi come questa: “Sono al mio ultimo punto Sceicco!” o“Preparato! … Se Dio vuole, spero che Dio lasci disperdere … prega e dici: “Possa Dio sparpagliare i nostri corpi per la sua causa…..voglio che le mie carni vadano in pezzi! … Voglio che la mia carne vada in pezzi!”.