Il disastro delle nuove carceri. Su 462 milioni, spesi solo 52. Gli istituti non saranno pronti neanche nel 2016

Il disastro delle nuove carceri. Su 462 milioni, spesi solo 52. Gli istituti non saranno pronti neanche nel 2016

di Carmine Gazzanni

Un fallimento clamoroso. Non ci sono altre parole per descrivere quanto (non) fatto dal 2010 al 2014 in merito al progetto che avrebbe dovuto portare a nuove strutture carcerarie per risolvere il problema del sovraffollamento dei detenuti. Avrebbe, appunto. Perchè dalla relazione della Corte dei Conti sulle “problematiche connesse all’affollamento degli istituti carcerari” si legge chiaramente che i risultati conseguiti sono stati “deludente rispetto agli obiettivi di grande rapidità ed efficacia attesi”.

NON BASTA L’AMNISTIA – Ma torniamo al 2010. Allora l’esecutivo, come si ricorderà era retto da Silvio Berlusconi, il quale pensò di risolvere il problema carcerario seguendo due strade: quella del libera tutti con l’amnistia “plenaria”, e quella del finanziamento di opere immobiliari tali da far aumentare i posti detentivi e migliorare le condizioni dei detenuti. Ed ecco che allora è stato dato il via ad un programma quadriennale (2010 – 2014) che avrebbe dovuto portare all’inaugurazione di nuovi istituti penitenziari in alcuni casi, in altri alla costruzione di nuovi padiglioni in aggiunta a strutture già funzionanti e in altri casi ancora alla sola ristrutturazione degli edifici carcerari.

IL FALLIMENTO – Un mega progetto, dunque, affidato a commissari appositamente delegati e dal 2013 addirittura ad un “commissario straordinario del governo”, finanziato con un fondo da ben 462 milioni di euro. Eppure, secondo la relazione dei magistrati contabili, sono stati spesi solo 52 milioni. L’11 per cento di quanto era a disposizione. In altre parole, ben 410 milioni sono rimasti inspiegabilmente nel cassetto, tanto che, scrive la Corte, la somma “è stata rimessa, in data 29 dicembre 2014, all’entrata dello Stato per la riassegnazione ai competenti Ministeri”. Ma non basta. Per capire concretamente come i quattro anni siano stati fallimentari, passiamo al dato relativo ai nuovi posti creati. In base alle informazioni del Dap, infatti, c’è stato un aumento di soli 4.415 posti, molti di meno (ben il 37% in meno) rispetto alle previsioni dei quasi 12 mila previsti. Risultato? “Deludenti”, come detto. Tanto che “non è servito procedere alla nomina di un commissario per eliminare o correggere adeguatamente disfunzioni e carenze dell’azione amministrativa ordinaria”.

NEMMENO L’1 PER CENTO – Erano cinque gli istituti che sarebbero dovuti nascere ex novo, da Nola a Catania. Ebbene, secondo i dati erano stati stanziati ben 63 milioni di euro a riguardo. Peccato, però, che ne siano stati spesi solo 337 mila. In pratica, lo 0,5%. Tanto che, scrive ancora la Corte, i 2.800 posti previsti per le carceri nuove di zecca “non potranno essere disponibili neanche entro il 2016”. Un disastro già annunciato. Né va meglio per i padiglioni. Lo stanziamento, in questo caso, ammontava a 203 milioni, ma ne sono stati erogati solo 14. Qualche esempio? Emblematico il caso della nuova ala dell’Opera di Milano, per cui servono ancora 630 giorni.

PARADOSSO DEI PARADOSSI – Ma, a compimento del disastro, ecco il paradosso. Se una marea di istituti restano solo sulla carta, in altre realtà è invece emersa una disponibilità di nuovi posti regolamentari che addirittura “eccedono i meri fabbisogni territoriali”, come si è verificato per i nuovi istituti e padiglioni della Sardegna, che risultano sin dall’inizio degli interventi “essere stati progettati e costruiti per un numero di posti molto superiore alle necessità carcerarie della regione”. Finita qui? Certo che no. Sotto un altro punto di vista, infatti, va poi tenuto presente che anche la messa a disposizione di ulteriori celle “rischia di non avere alcun positivo effetto qualora manchi o non sia sufficiente il personale amministrativo e della polizia penitenziaria in grado di provvedere al funzionamento e alla sorveglianza”. . Insomma, con programmi fallimentari e con piante organiche svuotate, c’è da aspettarsi che tra qualche anno staremo nuovamente a parlare di sovraffollamento carcerario. Chapeau.

@CarmineGazzanni