Meloni ha dato scacco matto a Schlein, dicendole: sì al dibattito con te ad Atreju, ma voglio anche un dibattito con Conte. A quel Punto Schlein se l’è squagliata. Ora danno la colpa a Conte, ti pareva?
Maria Vetusto
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Gentile lettrice, gli accusatori di Conte dovrebbero spiegare cosa ci fosse di disdicevole nel fatto che ad Atreju si tenesse un dibattito Meloni-Conte e, un giorno dopo o prima, un dibattito Meloni-Schelin. Disdicevole in base a che? Cosa poteva togliere Conte a Schlein? Semmai è Schlein che non s’è sentita all’altezza di Conte, visto che non ha esperienze di governo né internazionali e rischiava di uscire ridimensionata dalla festa di Atreju. Ma è un problema suo, non di Conte. Ora rigirano la frittata, ma che doveva fare Conte? Doveva dire “Il confronto lo merita solo Schlein, io no perché sono di serie B”? Non dimentichiamo che Conte è stato per tre anni premier, ha affrontato la pandemia, ha lottato a Bruxelles per imporre (ottenendolo) il Recovery Fund da 209 miliardi all’Italia, ha presenziato 3 volte al G7, ha trattato con tutti i capi di stato, da Trump a Macron. Schlein che ha fatto? Con chi ha trattato? Con Bonelli per due strapuntini alla Camera? Semmai è lei di categoria B. E poi non è Conte ma Schlein che, essendo stata invitata ad Atreju, avrebbe dovuto consultarsi con l’alleato prima di proporre un dibattito con Meloni, come avrebbe fatto qualunque leader saggio. Schlein non l’ha fatto, per inesperienza o poca intelligenza politica o per tutti e due i motivi insieme. Colpa sua. Dare la croce a Conte è come dire che Cicerone causò l’estinzione dei mammuth nel Pleistocene.
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