Il domino dei sottosegretari: altri pronti a cadere

di Alessandro Ciancio

Renzi in fondo è un ingenuo. Pensava di essersela cavata scaricando sul sodale Alfano la responsabilità di aver indicato Antonio Gentile alla carica di sottosegretario (facendo finta di dimenticare che questi però aveva giurato nelle sue mani) e invece deve adesso misurarsi con la pressione mediatica e politica di chi gli conto di quattro esponenti piddini al governo pur essendo formalmente indagati. E non lo aiuta certo l’alfaniano Renato Schifani, che ha dimostrato come una carica di sottogoverno venga considerata né più né meno che una proprietà di partito: «Abbiamo deciso di congelare quel sottosegretariato, abbiamo chiesto a Renzi di non sostituirlo. Quando la vicenda sarà chiarita, Gentile potrà svolgere il suo ruolo». In attesa dell’improbabile resurrezione politica dell’esponente calabrese, si è così acceso un dibattito sulla disparità di trattamento goduto da quest’ultimo. « Perché di fronte agli altri indagati che sono nel governo non si è scatenato lo stesso fuoco mediatico?» si è chiesto ancora Schifani. Bella domanda, alla quale il ministro dell’Istruzione Stefania Giannini (Scelta Civica) s’è industriata a dare una risposta imbarazzata: «Mi sembrano casi diversi, per quel poco che so».
Chi non ha alcun dubbio, al solito, è Beppe Grillo. «Alfano ha dato l’esempio, Gentile ha ritirato la sua candidatura a sottosegretario. Questo atto dovuto fa onore all’Ncd, ora il pdxexmenoelle di Renzie non può che seguirne l’esempio. Fare una figura mondiale» scrive sul suo blog. La ‘testa’ di Antonio Gentile non basta certo a placare gli appetiti giustizialisti del suo Movimento. Al Senato il capogruppo pentastellato Maurizio Santangelo ha così annunciato la presentazione di mozioni di sfiducia nei confronti della sottosegretaria di Stato per i beni e le attività culturali e per il turismo Barracciu, «indagata per peculato aggravato», del ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Maurizio Lupi, «inquisito per concorso in abuso di atti d’ufficio», del sottosegretario di Stato per la salute De Filippo «indagato per peculato», del sottosegretario di Stato per le infrastrutture e i trasporti Del Basso De Caro, «indagato per peculato» e del vice ministro dell’interno Bubbico «indagato per abuso d’ufficio». Non soddisfatto, Santangelo ha chiesto poi le dimissioni di Gentile anche da segretario della Presidenza del Senato, «essendo dichiaratamente venuto meno l’onore, così come viene solennemente richiesto dall’articolo 54 della nostra Costituzione per coloro che ricoprono una pubblica funzione».
Insomma, le dimissioni come strumento per alleviare la politica dai mali di un governo appena insediato e già simile a tanti che l’hanno preceduto. Non è un caso che la richiesta grillina venga sostenuta anche da altri partiti all’opposizione. «Ci auguriamo che il Pd voglia ora seguire l’esempio del Ncd invitando i propri sottosegretari chiacchierati a presentare analoghe dimissioni» ha detto Gian Luigi Gigli (Popolari Per l’Italia). E il vicepresidente dell’Antimafia Claudio Fava, ha giudicato «grave la distrazione con cui Renzi ha messo in piedi questa squadra senza avvertire prima i margini di rischio forte che c’erano su alcuni». L’esponente di Sel ha aggiunto: «Un primo passo dovrebbe essere un cambio di passo dal punto di vista etico su un esecutivo. Insistere che possano trovare rifugio parlamentari che hanno conti in sospeso con giustizia mi sembra un pessimo esordio».
Posizioni convergenti contro le quali prova a fare barriera la stessa pattuglia alfaniana. «A questo punto – avverte Fabrizio Cicchitto – guai ad aggiungere ad una perversità di stampo giustizialista (per di più realizzata senza che Gentile sia indagato come ha detto la Procura di Cosenza) un’altra ancora più aberrante e cioè che per ritorsione o per aggiunta si debbano dimettere tutti coloro che fossero oggetto di avviso di garanzia. Siamo contrari a questa aberrazione autentica che è anche l’ennesima violazione dell’art 27 della Costituzione e che costituisce il tentativo, obiettivamente eversivo, di tornare alla fase 1993 quando ministri e sottosegretari cadevano come birilli al primo avviso di garanzia. Chi volesse tornare a quella situazione se ne deve assumere la responsabilità anzi la irresponsabilità». Il capogruppo forzista Renato Brunetta gli ha però ricordato che «il problema è che questa caccia alle streghe è specialità del Partito democratico, ne comincia a sapere qualcosa Angelino Alfano». Insomma, gli amici di Ncd compiangano soltanto loro stessi per aver deciso scelto la loro innaturale compagnia…