Le Lettere

Il generale in castigo

Il Generale Vannacci è stato denunciato per presunti imbrogli nelle note spesa. Devo dire che l’eroe delle destre non ci fa bella figura.
Attilio Morelli
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Gentile lettore, certo, non ci fa una bella figura per le note spesa, e oltretutto ora è anche indagato per istigazione all’odio razziale. Ma il punto è un altro. Non ho letto il suo libro, Il mondo al contrario, ma per dovere ho sbirciato qualche pagina, e certamente non sono d’accordo con alcune affermazioni, ad esempio laddove parla di purezza della razza italica. Ma quale purezza? Siamo il popolo più mescolato o se vuole più multietnico del mondo, avendo i geni di almeno una ventina di genti italiche (etruschi, sanniti, sabini, piceni, ecc.), e poi greci, fenici, celti, germani, arabi, normanni, albanesi e chi più ne ha più ne metta. Detto questo, per onestà intellettuale non posso far finta di non vedere. Vannacci pare subire una ritorsione per aver espresso nel libro le sue idee, pur discutibili, ma era suo democratico diritto sancito dalla legge militare del 2010. Subito dopo però il Ministero ha ordinato l’esame dei suoi rimborsi, ha trovato alcuni dati falsi (o presunti tali) e lo ha deferito alle procure militare e civile. Per giunta la notizia è stata passata al Corriere della Sera (per meglio infangarlo?). Vogliamo chiamarlo killeraggio? Come si permette Vannacci di avere idee diverse dal suo ministro? Come si permette di scrivere un libro senza prima genuflettersi ai superiori? E magari pensa anche di candidarsi alle europee? Cosa crede, di essere in democrazia? Figuriamoci, in democrazia, col governo di FdI, pfff, roba da matti.

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