Il giorno dei tagli per Alitalia

di Sergio Patti

Un altro bagno di sangue per i lavoratori. Tagli al personale e agli stipendi. Risparmi su tutto, sperando in un rilancio che per ora resta lontano. Nel piano che Alitalia presenterà stamattina ai sindacati c’è tutta la gravità della situazione in cui versa la compagnia. Dalle indiscrezioni circolate nei giorni scorsi sarebbero circa 1.900 gli esuberi e almeno 350 i milioni da recuperare attraverso risparmi di ogni tipo, compresi i tagli agli stipendi superiori ai 40 mila euro. Numeri che fanno immaginare una trattativa in salita, visto che le indiscrezioni che circolano parlano solo di tagli e sacrifici e non di strategie. Unica certezza, il successo dell’aumento di capitale da 300 milioni, per il quale si sarebbe già raggiunta la soglia dei 225 milioni necessaria perché Poste completi l’operazione.

Contratti di solidarietà
Lo scoglio più grande adesso sono quindi i licenziamenti. Nel piano industriale messo a punto dall’amministratore delegato Gabriele del Torchio ci sarebbero 280 piloti e 350 assistenti di volo. Il resto riguarderebbe contratti a termine che non sranno rinnovati ed esuberi tra il personale di terra. Un’ondata di licenziamenti di fronte alla quale l’azienda potrebbe accettare una nuova tornata di contratti di solidarietà, magari estendendo l’accordo già raggiunto a giugno per 2.200 dipendenti del personale di terra.

Trattativa in salita
Sul piano dei risparmi, invece, sarebbero previsti tagli per 130 milioni sul costo del lavoro e per altri 220 milioni attraverso una rimodulazione di tutte le voci di spesa. I sacrifici richiesti ai dipendenti (dirigenti compresi) dovrebbero riguardare anche gli stipendi più alti, a partire dai 40 mila euro l’anno. Nel complesso, si punterebbe ad una riduzione complessiva dei costi del 20-25%. I sindacati, tuttavia, è da tempo che ribadiscono il loro no ad ulteriori esuberi e ancora ieri il segretario nazionale della Uiltrasporti Marco Veneziani ha parlato di previsioni nere, anticipando la possibilità di una imminente mobilitazione nel caso in cui venissero confermate le indiscrezioni.

Pronta l’adesione di Poste
Chi sulla vicenda si è già mobilitata è la politica (non una novità per Alitalia) con il parlamentare di Sinistra e Libertà Sergio Boccadutri, che ha proposto l’istituzione di una commissione d’inchiesta sul caso Alitalia. Siamo di fronte “all’ennesimo piano che affosserà la compagnia”, ha detto, chiedendo che il governo si muova. Vanno invece meglio le cose sul fronte dell’aumento di capitale, con l’operazione praticamente conclusa. Alitalia aveva dato infatti tempo fino a oggi ai soci che già hanno aderito per confermare le riserve per l’acquisto di un’ulteriore quota di inoptato. Le adesioni sarebbero arrivate, ma attendono di essere finalizzate. Atteso in settimana, infine, un consiglio di amministrazione di Poste per deliberare l’investimento, dopo che il 20 novembre scorso l’Assemblea ha approvato la modifica dello statuto, includendo nell’oggetto sociale anche i servizi di trasporto aereo. La società guidata da Massimo Sarmi investirà nell’operazione 75 milioni di euro che consentiranno alla società di continuare a volare. Ma senza un partner strategico anche questi soldi dureranno poco.