Il grande flop del Terzo polo. Calenda e Renzi non superano l’8%

L'Italia straccia l'Agenda Draghi. Calenda e Renzi puntavano al 10% e a spolpare FI. Ma non superano l'8%: battuti pure da Silvio.

Almeno adesso smetteranno di chiamarlo terzo polo. Perché a spoglio quasi ultimato una cosa è già certa: Carlo Calenda e Matteo Renzi hanno perso la scommessa. Volevano spolpare Forza Italia e il Pd per superare il 10%, sono finiti sotto all’8 e pure alle spalle del partito di Silvio Berlusconi.

L’Italia straccia l’Agenda Draghi. Calenda e Renzi puntavano al 10% e a spolpare Pd e FI. Ma non superano l’8%: battuti pure da Silvio

Un risultato che se non condanna i paladini dell’Agenda Draghi all’irrilevanza parlamentare – con i 9-11 seggi assegnati loro dalla prima proiezione – poco ci manca. “Arriveremo sopra il 12%”, si era spinto a profetizzare Calenda, sul finire della campagna elettorale. Annunci a parte, nel quarto polo avevano messo le mani avanti à a ridosso dei primi exit poll, ridimensionando le pretese: fra il 7,5 e il 9%. Una finestre che alla fine potrebbe essere pure centrata a fatica, ma che archiavia definitivamente l’exploit pronosticato dal leader del quarto polo.

Calenda e Renzi puntavano del resto ad un risultato tale da portare allo stallo, per gettare le premesse di un nuovo governo di unità nazionale nel solco dell’agenda Draghi e, addirittura, nonostante il “no grazie” del diretto interessato, guidato ancora da Mr. Bce. Il primo passo per dare vita ad un nuovo partito, specchio del gruppo Renew Europe del quale Azione e Italia Viva fanno parte già parte a Strasburgo.

Una nuova formazione liberale, drenando altre risorse da Forza Italia dopo l’approdo di Mariastella Gelmini e Mara Carfagna. Che le cose siano andate ben al di sotto delle attese, d’altra parte, lo conferma la decisione di rinviare a questa mattina ogni commento sul risultato del voto. Né si è fatto vedere il suo sodale Renzi, che a spoglio in corso era in volo per Tokyo, dove parteciperà ai funerali di Stato di Shinzo Abe.

In tanti adesso scommettono che il matrimonio d’interesse tra Azione e Italia Viva abbia le ore contate

La voce di Italia Viva, però, è arrivata con le parole di Maria Elena Boschi, tra i pochi big avvistati al quartier generale dell’alleanza insieme ad Ettore Rosato. “Ancora la prudenza è d’obbligo, però devo dire che i nostri rappresentati di lista ci stanno mandando i primi dati veri che sono molto positivi – ha detto l’ex ministra -. A Milano in tutti i seggi che ci stanno arrivando siamo fra il 15% e 35%, fra 15% e il 20% a Firenze e stiamo andando molto bene, in doppia cifra, a Roma che è la Capitale. Dove Renzi è capolista, a Milano e in Toscana, siamo sulla doppia cifra. Come Italia viva e Azione siamo soddisfatti dei primi risultati. Mi pare che, dati alla mano, gli sconfitti siano Letta e Salvini”.

Certo le sconfitte altrui sono una magra consolazione. Specie per chi, come Renzi, si è spesso vantato di aver mandato a casa due governi e che ora sembra condannato dai numeri all’irrilevanza parlamentare. è vero, non ci sono termini di raffronto per una sigla nata a poco più di un mese dalle elezioni, fra Azione (fondata subito dopo la sconfitta del Pd alle politiche del 2018) e Iv (nata nel 2019).

Ma ora, alla luce del risultato tutt’altro che entusiasmante, ci sarà da vedere quanto durerà quello tra Calenda e Renzi che, in fondo, altro non è stato che un matrimonio di interesse. Per evitare l’estinzione (Italia Viva) ed per evitare di raccogliere le firme necessarie alla presentazione delle liste (Azione). Un do ut des che ora in molti si chiedono quanto durerà.

Anche alla luce dell’effettiva ripartizione dei seggi fra i due partiti che potrebbe fare da scintilla se Renzi riuscirà ad ottenerne qualcuno in più di Calenda. Quel che è certo è che il verdetto delle urne ridimensiona le ambizioni dei due leader. Mettendo in chiaro, se ce ne fosse bisogno, il numero dei tweet o dei video su TikTok non è direttamente proporzionale a quello dei voti.

Ma Calenda è contento lo stesso: “Con quasi l’8% dei consensi partiamo da solide basi”

“L’obiettivo di fermare la destra – ha commentato, questa mattina, Calenda –  e andare avanti con Draghi non è stato raggiunto. Sentiamo in primo luogo il dovere di ringraziare il Presidente Del Consiglio per il lavoro svolto a servizio del paese. Così come ringraziamo i quasi due milioni di cittadini che hanno deciso di votare una lista nata a ridosso delle elezioni”.

“Gli italiani – ha aggiunto il leader di Azione – hanno scelto di dare una solida maggioranza alla destra sovranista. Consideriamo questa prospettiva pericolosa e incerta. Vedremo se la Meloni sarà capace di governare; noi faremo un’opposizione dura ma costruttiva.  In meno di due mesi abbiamo costruito una casa per i liberali, i riformisti e i popolari. Una casa per gli italiani che non vogliono un paese fondato sui sussidi e le regalie ma che vogliono rimanere a testa alta tra i grandi paesi europei, saldamente ancorati all’Occidente e ai suoi valori”.

“Nei prossimi mesi si consolideranno tre schieramenti – prevede Calenda -: la destra al Governo; una sinistra sempre più populista che nascerà dalla risaldatura tra PD e 5S, e il nostro polo riformista. Abbiamo il compito di dare una rappresentanza stabile e organizzata all’Italia che cerca una politica seria. Con quasi l’8% dei consensi partiamo da solide basi. Avvieremo subito un cantiere affinché questo processo sia ampio e partecipato”.

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