Il ministro degli Esteri cinese Wang Yi incontra Putin e Lavrov a Mosca. Il Cremlino revoca il decreto sulla sovranità della Moldavia

Wang Yi e l’incontro con Vladimir Putin e Serghey Lavrov a Mosca: i rapporti tra Cina e Russia vengono rinsaldati.

Il ministro degli Esteri cinese Wang Yi incontra Putin e Lavrov a Mosca. Il Cremlino revoca il decreto sulla sovranità della Moldavia

Il primo anniversario della guerra in Ucraina si avvicina mentre il fermento internazionale sembra scalpitare: lo dimostrano non solo le visite del presidente americano Joe Biden e del premier italiano Giorgia Meloni a Kiev ma anche l’incontro del ministro degli Esteri cinese Wang Yi con il suo omologo russo Serghey Lavrov e il leader del Cremlino Vladimir Putin che si è tenuto oggi, 22 febbraio, a Mosca.

Il ministro degli Esteri cinese Wang Yi incontro Putin e Lavrov a Mosca

Il capo dell’Ufficio della Commissione per gli Affari Esteri del Comitato Centrale del Partito comunista cinese Wang Yiha raggiunto Mosca e ha incontrato il ministro degli Esteri russo Sergey Lavrov. A riferirlo è l’agenzia di stampa Ria Novosti.

A margine del colloquio, Lavrov ha rilasciato alcune dichiarazioni. Il ministro russo ha ribadito che Mosca e Pechino sono pronte a “difendere gli interessi reciproci” in contesto internazionale. “Le nostre relazioni si stanno sviluppando in modo costante e dinamico e, nonostante l’elevata turbolenza sulla scena mondiale, dimostriamo solidarietà e disponibilità a difendere gli interessi reciproci sulla base del rispetto del diritto internazionale e del ruolo centrale delle Nazioni Unite”, ha sottolineato il ministro degli Esteri russo, citato da Ria Novosti.

Alle parole di Lavrov, hanno fatto eco quelle di Wang Yi. “Nonostante la volatilità della situazione internazionale, Cina e Russia mantengono sempre la determinazione strategica, si muovono con fermezza e fiducia in linea con la formazione di un mondo multipolare e rimangono impegnate nel multipolarismo”, ha affermato il capo della diplomazia cinese.

Dopo Wang Yi, Putin aspetta la visita di Xi Jinping in Russia

Wang Yi, inoltre, ha precisato che Pechino non sta valutando l’ipotesi di inviare armi letali a Mosca da impiegare nella guerra in Ucraina e si è scagliato contro Stati Uniti e Nato, accusandoli di diffondere falsità sul potenziale della Cina nel conflitto. Lo ha riportato la Cnn.

“Gli Stati Uniti e altri Paesi della Nato stanno diffondendo costantemente l’idea che la Cina possa fornire armi alla Russia, uno stratagemma che è stato usato e smontato all’inizio della crisi ucraina”, ha dichiarato il portavoce del Ministero degli Esteri Wang Wenbin durante il briefing con la stampa che si è tenuto nella giornata di mercoledì 22 febbraio rispondendo alle preoccupazioni recentemente esternate dal Segretario generale della Nato Jens Stoltenberg. Il segretario della Nato, infatti, ha affermato che l’alleanza è “sempre più preoccupata che la Cina possa pianificare un sostegno letale alla guerra della Russia”.

Dopo aver incontrato Lavrov, il ministro degli Esteri cinese ha avuto un colloquio anche con il presidente russo Vladimir Putin. In questa circostanza, il leader del Cremlino ha dichiarato di attendere la visita del presidente cinese Xi Jinping. Secondo quanto riferito dal Wall Street Journal nella giornata di martedì 21 febbraio, il leader di Pechino potrebbe visitare la Russia ad aprile oppure all’inizio di maggio ma non sono ancora pervenute conferme ufficiali in merito al viaggio.

Il Cremlino revoca il decreto sulla sovranità della Moldavia

Intanto, stando a quanto riportato da The Guardian, il presidente Putin ha revocato un decreto che sosteneva parzialmente la sovranità della Moldavia nell’ambito delle politiche sul futuro della Transinistria, regione separatista sostenuta da Mosca che si trova al confine con l’Ucraina. Nella zona, la Russia non ha truppe.

Il decreto sulla sovranità della Moldavia risale al 2012. Il documento comprendeva una componente moldava ed era stato stilato basandosi sul modello della politica estera russa messa in campo oltre un decennio fa. Presupponeva relazioni più strette con l’Europa e gli Stati Uniti d’America ma ora, alla luce di quanto illustrato dal Cremlino, la decisione di revocare il decreto è stata presa per “garantire gli interessi russi in relazione ai cambiamenti nelle relazioni internazionali”.

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