Il Nazareno non risorge. Per le Riforme ora serve un miracolo. Opposizioni fuori dall’Aula. E Renzi vede i sorci verdi

Al di là della sicurezza ostentata in pubblica piazza, d’ora in avanti Matteo Renzi sa bene che dovrà fare i conti con le opposizioni. E con i numeri per portare a casa le Riforme. Motivazioni a parte la decisione di abbandonare l’Aula da parte di Movimento 5 Stelle, Forza Italia, Lega, Sel e Fratelli d’Italia segna una tappa importante per il percorso delle Riforme. Il premier prova però a tirare dritto e all’assemblea del Partito democratico ha ribadito: “l’ostruzionismo sulle riforme è un tentativo di bloccare il governo non le riforme, ma io non mi faccio certamente ricattare da Grillo sulle riforme costituzionali. Dunque, domani (oggi, ndr) si chiude, se l’opposizione non partecipa al voto noi comunque andremo avanti”.

BOMBA A OROLOGERIA
Una chiusura che fa salire la protesta delle opposizioni. Mai unite prima d’ora come nella giornata di ieri. “Ci sono tutte le opposizioni rappresentate in Parlamento”, afferma Renato Brunetta, “denunciamo la deriva autoritaria, un colpo mortale alla democrazia. Ci sono delle violenze metodologiche inaccettabili da parte del Pd e della maggioranza. Il Governo, d’ora in poi vedrà i sorci verdi su ogni provvedimento”. Opposizioni che, nella loro fermezza nel coro di protesta, hanno chiesto un incontro al neo presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. Che martedì potrebbe incontrarle. I Cinque Stelle, però, auspicavano un intervento immediato e dal suo blog Beppe Grillo non ha fatto alcuno sconto al nuovo inquilino del Quirinale: “Il silenzio di Mattarella di fronte allo scempio della Costituzione fatto da Renzie, mai eletto neppure in Parlamento che l’altra notte si aggirava come un bullo in Parlamento a provocare le opposizioni. Questo silenzio”, attacca il leader dei Cinque Stelle, “è inquietante, forse peggio dei moniti di Napolitano”.

MA C’E’ PURE LA FRONDA DEM
Altri scontenti Renzi se li trova pure in casa propria. Con Pippo Civati e Stefano Fassina che hanno esposto la loro volontà di non votare le riforme. “Non possiamo votare le riforme senza nemmeno la presenza delle opposizioni”, ammoniscono i due, mentre Gianni Cuperlo chiede una pausa di riflessione (bocciata). Avanti a oltranza con sedute fiume. Non ci sono altre strade nel percorso tracciato dal presidente del Consiglio. E poco importa se l’altra notte a Montecitorio è andata in scena una pagina vergognosa della nostra Repubblica con deputati Dem e di Sel a scazzottarsi e insultarsi tra i banchi. E qualora dovesse mancare il numero legale c’è già qualcuno che evoca le elezioni anticipate. Anche Pier Luigi Bersani ha chiesto al segretario del Pd uno sforzo ulteriore per ritrovare il dialogo con le opposizioni. Con Renzi a sottolineare: “Ascoltiamo tutti, ma non ci facciamo ricattare da nessuno. La riforma sarà sottoposta a referendum? Vedremo se la gente starà con noi o con il comitato del no guidato da Brunetta, Salvini e Grillo”.