Il negazionismo diventa trash. Con Lady Coviddi superato il limite. La clip della Chianello è un assembramento No-mask. Insulti Social alla signora che si becca una denuncia

Ve la ricordate la signora siciliana “non ce n’è Coviddi”, quella per intenderci che appunto espresse la sua profonda Weltanschauung in questa bestialità grossolana? “Il virus non c’è” disse casualmente intervistata provocando già allora indignazione, ma anche proseliti pronti a tutto per i loro cinque minuti di popolarità. Come da protocollo divenne famosa, fu invitata in Tv, insomma un personaggio mediatico. Ebbene con l’arrivo della seconda ondata la signora Coviddi è tornata ad ammorbare i video con una clip in cui balla con almeno venti scalmanati in un baretto al mare, tutti in rigoroso assembramento e soprattutto senza mascherina.

CIRCO MEDIATICO. Lady Coviddi è stata subito convocata in commissariato a Mondello (Palermo) per spiegazioni. Sui social si è scatenato – giustamente – un finimondo nei suoi confronti con accuse e insulti di non rispettare le vittime della pandemia. Vuol dire che qualche anticorpo contro la stupidità c’è ancora. Ma se questa emerita sconosciuta, che al secolo rintuzza il nome di Angela Chianello, che riportiamo solo per dovere di cronaca e perché se qualcuno la incontrasse in futuro possa riconoscerla come narra la Bibbia per Caino, ha trovato così ampio spazio – pare che su Instagram abbia 180mila seguaci raggiunti in poche ore, degni compari che la seguano – la colpa è anche dei media che la invitano come è stato il caso di Live Non è la D’Urso in onda su Canale 5.

La domanda in realtà riguarda l’etica professionale di conduttori e giornalisti. È mai possibile che in nome del dio audience si debba contribuire a creare falsi miti, idoli dai piedi di argilla, come questa signora siciliana? Fino a che punto i media devono inseguire gli aspetti deteriori della società per avere qualche visibilità in più e quindi più pubblicità e quindi più quattrini? È veramente la nostra un’epoca sbandata priva di qualsiasi valore etico e morale. Il problema ovviamente non riguarda solo la signora Coviddi o la trasmissione citata, bensì tutto il circo mediatico che ormai non sa più che inventarsi per andare avanti inseguendo i gusti più beceri del pubblico. Siamo passati dalla Tv formativa degli inizia alla Tv disinformativa attuale attraverso un lungo percorso di abbattimento delle norme e delle consuetudini sociali. E se questo esecrabile andazzo era da condannare prima figuriamoci adesso in cui siamo nel bel mezzo di una terribile epidemia, assediati dalla stupidità dei no-mask e da frotte di negazionisti che avrebbero fatto la felicità degli psichiatri ottocenteschi.

CATTIVI MAESTRI. E poi c’è un secondo punto da sottolineare, e cioè che tutto questo crea una profonda confusione nell’opinione pubblica che da un lato ascolta dotti pareri scientifici che disegnano la gravità della situazione e dall’altro ascolta questi messaggi squinternati che sono supportati – si badi bene – addirittura da un balletto e questo è particolarmente pericoloso perché il balletto va a incidere nella più diffusa modalità di comunicazione dei giovani. La democrazia non deve e non può significare anarchia. Le istituzioni, la politica, i giornalisti, i social devono impegnarsi perché episodi come questi non si verifichino più, anche bloccando ed oscurando contenuti nocivi per l’intera società. Già c’è troppa confusione in giro, troppe mosche cocchiere, una volta anche autorevoli, che accecate dal miraggio della popolarità si esibiscono ad ogni ora, per permetterci di dare spazio a chi lucra sul dolore di una tragedia.