Il nuovo Ad di Consip, Cristiano Cannarsa, non molla la poltrona in Sogei. Dietro le quinte si lavora a una fusione tra le due società del Tesoro

Cristiano Cannarsa, nuovo Ad Consip, continua a mantenere l’incarico di Ad della Sogei, la cui scadenza è fissata per l’anno prossimo. Ecco perché non molla

di Stefano Sansonetti

Non si è ancora dimesso. Né dal Tesoro è arrivata un’indicazione in tal senso. E così in questo momento Cristiano Cannarsa si trova a essere uno dei manager pubblici italiani più in vista, ma con un pesante carico di responsabilità: da poco più di una settimana è il nuovo amministratore delegato della Consip e allo stesso tempo continua a mantenere l’incarico di Ad della Sogei, la cui scadenza è fissata per l’anno prossimo. Entrambe, naturalmente, sono società controllate dal ministero dell’economia guidato da Pier Carlo Padoan. Per carità, magari è ancora prematuro delineare scenari. Ma il fatto certo è che Cannarsa è stato chiamato da Padoan per ristabilire un po’ di calma in Consip, la centrale acquisti messa a dura prova dall’inchiesta sull’imprenditore Alfredo Romeo e su una parte del “giglio magico” renziano. Il tutto, peraltro, nato dalle dichiarazioni dell’ex Ad, il toscano Luigi Marroni, un tempo vicino a Renzi ma ormai messo alla porta.

Il punto – Dopo la nomina in Consip di Cannarsa, manager di estrazione tremontiana ma oggi accreditato di rapporti trasversali, in molti si sono chiesti chi avrebbe preso il suo posto alla Sogei, la società informatica di via XX Settembre che si trova a guidare dal lontano 2011. Ebbene, ieri La Notizia ha appreso che il manager non si è dimesso perché un suo passo indietro non sarebbe previsto, a meno che non pervengano diverse indicazioni dall’azionista Tesoro. Indicazioni che potrebbero anche arrivare, ma che per il momento non sono giunte, lasciando Cannarsa alla guida della più importante società appaltatrice d’Italia, la Consip, e della più importante società informatica pubblica, la Sogei. Tra l’altro le due aziende sono legate da rapporti contrattuali. Si dà infatti il caso che tramite una convenzione, che pesa sul suo bilancio per 6,1 milioni, Sogei si serva di Consip per acquistare beni e servizi. Insomma, anche solo per questo non parrebbe proprio da manuale il mantenimento in capo a Cannarsa del ruolo di Ad di entrambe le società.

Dietro le quinte – La realtà, però, è che in pentola potrebbe bollire qualcos’altro. Al Tesoro tengono il massimo riserbo, ma qualcuno si lascia scappare che si sta valutando la possibilità di accorpare Consip e Sogei, creando un super braccio informatico del ministero che porterebbe efficienza, risparmi di spesa e una migliore gestione del processo di digitalizzazione. Già nel 2016, del resto, Sogei ha inglobato il ramo tecnologico di Consip. Se l’idea venisse realizzata nascerebbe un gruppo niente male, da presidiare con la massima attenzione. Oggi la società più grossa tra le due è Sogei, con i suoi 540 milioni di fatturato e i 2.124 dipendenti. La Consip, dal canto suo, ha un fatturato di 46,7 milioni e 439 dipendenti, ma è arrivata a presidiare una spesa pubblica di 48,3 miliardi, con appalti effettivamente gestiti nel 2016 per 7,9 miliardi. Ecco quindi che Cannarsa potrebbe essere stato nominato per “esplorare” un avvicinamento tra le due società. Il tutto con l’aiuto di Padoan, che gli ha messo accanto, in qualità di presidente Consip, il suo portavoce Roberto Basso.

Il percorso – Naturalmente il processo di avvicinamento delle due società pubbliche non sarebbe semplice. Si potrebbe sfruttare l’imminente manovra economica per porre le basi normative di un eventuale matrimonio. E in quel caso assumerebbe ancor più consistenza l’ipotesi di una permanenza di Cannarsa al vertice della Sogei, dal quale scadrebbe nel 2018. Ma non è comunque da escludere la nomina di un sostituto nella società d’informatica, magari come traghettatore destinato successivamente a rimanere al suo posto se il piano non andasse in porto. L’idea di una fusione tra Consip e Sogei, a dir la verità, non è un’anteprima assoluta. A ventilarla, tra il 2003 e il 2004, fu l’allora viceministro dell’economia, Mario Baldassarri. Ma all’epoca le due società erano solo lontane parenti di quelle che nel frattempo sono diventate. Proprio per questo una fusione del genere andrebbe studiata nei minimi dettagli. Lo impongono i numeri in gioco.

Twitter: @SSansonetti