Il palazzo occupato da Casapound a Roma è da sgomberare subito. La sindaca Raggi per accelerare i tempi scrive a Tria

La sindaca di Roma Raggi accelera le procedure per lo sgombero della sede di Casapound

Non sarà tra le priorità del Viminale ma lo sgombero di Casapound rientra sicuramente tra quelle del Campidoglio. Per questo la sindaca Virginia Raggi, al fine di superare il recente stallo sulla questione, ha deciso di scrivere al ministero dell’Economia, retto da Giovanni Tria, per chiedere che vengano avviate le procedure necessarie per rientrare in possesso dell’immobile.

Si tratta dell’edificio di via Napoleone III che, dal lontano 2003, è occupato abusivamente da Casapound e che non risulta di proprietà né della Prefettura né del Comune di Roma ma del Demanio. Da qui la decisione di scavalcare il ministro dell’Interno Matteo Salvini, il quale a più riprese ha dichiarato che la lista delle priorità sugli sgomberi è lunga e non contempla il palazzo all’Esquilino perché “si inizia dalle situazioni più pericolose o da quelle dove ci sono richieste di sequestro giudiziario in corso”, ma di passare direttamente al legittimo proprietario ossia il Mef.

La questione è spinosa perché se il leader del Carroccio aveva preso tempo, l’Assemblea capitolina aveva premuto sull’acceleratore approvando, martedì scorso, una mozione che chiedeva di intervenire. E così la Raggi ha deciso di passare dalle parole ai fatti, impugnando personalmente penna e carta per sollecitare l’intervento del ministro Tria a cui spetta l’ultima parola sulla vicenda.