Il Papa accolto in Campidoglio dalla Raggi. “Roma cerniera tra il nord continentale e il mondo mediterraneo. Si mantenga all’altezza dei suoi compiti e della sua storia”

La visita in Campidoglio di Papa Francesco

Papa Francesco si è recato, stamani, in visita in Campidoglio dove è stato accolto dalla sindaca di Roma, Virginia Raggi, in fascia tricolore, tra gli squilli di tromba dei Fedeli di Vitorchiano. Il Pontefice, dopo un breve colloquio con la sindaca, si è affacciato dal balcone e ha portato il suo saluto in aula Giulio Cesare. “Santità, benvenuto. E grazie per la straordinaria attenzione che rivolge a Roma. E’ un onore per me accoglierla in Campidoglio ed è con profonda e sincera emozione che le do il benvenuto in quest’aula, a nome di tutti cittadini di Roma”, il saluto della sindaca Raggi.

“Siamo onorati della sua presenza – ha aggiunto Virginia Raggi rivolgendosi a Papa Francesco – e pronti ad ascoltare il messaggio che vorrà rivolgerci. Noi tutti le siamo riconoscenti per la rilevanza che attribuisce al suo essere Vescovo di Roma. Lo testimoniano anche le prime parole che pronunciò dalla loggia centrale della Basilica Vaticana, quando salutò Roma e il mondo dando inizio al suo pontificato. E la sua presenza qui ne è la chiara, ulteriore, tangibile prova. Grazie. Santità, pochi istanti fa ha potuto ammirare le antiche vestigia di questa città che testimoniano la millenaria storia che essa custodisce quale incomparabile preziosa eredità che abbiamo ricevuto dai nostri padri e che abbiamo l’onore di trasmettere ai nostri figli. Ed è proprio pensando alle future generazioni – ha aggiunto la sindaca – che quotidianamente ci impegniamo per far sì che Roma occupi il posto che le compete, per renderla sempre più metropoli aperta e plurale”.

“Roma, lungo i suoi quasi 2.800 anni di storia – ha detto il Santo Padre nel corso del suo intervento -, ha saputo accogliere e integrare diverse popolazioni e persone provenienti da ogni parte del mondo, appartenenti alle più varie categorie sociali ed economiche, senza annullarne le legittime differenze, senza umiliare o schiacciare le rispettive peculiari caratteristiche e identità. Piuttosto ha prestato a ciascuna di esse quel terreno fertile, quell’humus adatto a far emergere il meglio di ognuna e a dar forma – nel reciproco dialogo – a nuove identità”.

“Questa città – ha aggiunto Papa Francesco – ha accolto studenti e pellegrini, turisti, profughi e migranti provenienti da ogni regione d’Italia e da tanti Paesi del mondo. E’ diventata polo d’attrazione e cerniera. Cerniera tra il nord continentale e il mondo mediterraneo, tra la civiltà latina e quella germanica, tra le prerogative e le potestà riservate ai poteri civili e quelle proprie del potere spirituale. Si può anzi affermare che, grazie alla forza delle parole evangeliche, si è qui inaugurata quella provvida distinzione, nel rispetto reciproco e collaborativo per il bene di tutti, tra l’autorità civile e quella religiosa, che meglio si conforma alla dignità della persona umana e le offre spazi di libertà e di partecipazione”.

“Roma – ha proseguito Bergoglio – è quindi divenuta meta e simbolo per tutti coloro che, riconoscendola come capitale d’Italia e centro del Cattolicesimo, si sono incamminati verso di essa per ammirarne i monumenti e le tracce del passato, per venerare le memorie dei Martiri, per celebrare le principali feste dell’anno liturgico e per i grandi pellegrinaggi giubilari, ma anche per prestare la loro opera al servizio delle Istituzioni della Nazione italiana o della Santa Sede. Roma, perciò, in un certo senso obbliga il potere temporale e quello spirituale a dialogare costantemente, a collaborare stabilmente nel reciproco rispetto; e richiede anche di essere creativi, tanto nella tessitura quotidiana di buone relazioni, come nell’affrontare i numerosi problemi, che la gestione di un’eredita’ cosi’ immensa porta necessariamente con sé”.

“Ancora più decisivo, però, è che Roma si mantenga all’altezza dei suoi compiti e della sua storia – ha detto ancora Papa Francesco -, che sappia, anche nelle mutate circostanze odierne, essere faro di civiltà e maestra di accoglienza, che non perda la saggezza che si manifesta nella capacità di integrare e far sentire ciascuno partecipe a pieno titolo di un destino comune. La Chiesa che è a Roma vuole aiutare i romani a ritrovare il senso dell’appartenenza a una comunità tanto peculiare e, grazie alla rete delle sue parrocchie, scuole e istituzioni caritative, come all’ampio ed encomiabile impegno del volontariato, collabora con i poteri civili e con tutta la cittadinanza per mantenere a questa città il suo volto più nobile, i suoi sentimenti di amore cristiano e di senso civico”.