Il Partito democratico rischia di restare senza soldi. Per incassare dovranno modificare lo statuto

Il Pd rischia di restare a secco. Se non cambia lo statuto non riceverà un centesimo di contributo per poter mandare avanti le proprie attività. Un duro colpo per il segretario Nicola Zingaretti. E sinora il tentativo di ottenere un salvagente dalla giustizia amministrativa è fallito. Il 9 luglio scorso la Commissione per la trasparenza e il controllo dei rendiconti dei partiti e dei movimenti politici ha imposto al Partito democratico modifiche allo statuto, condizionando a tali modifiche l’accesso ai benefici previsti dalla legge con cui è stato abolito il finanziamento pubblico ai partiti, avendo a gennaio la stessa Commissione modificato le proprie linee guida per la redazione degli statuti dei partiti e dei movimenti politici. I dem hanno subito impugnato il provvedimento, con un ricorso nei confronti anche della Camera dei deputati e di Palazzo Chigi e chiedendo al Tar di congelarlo immediatamente per poi, esaminato il ricorso nel merito, annullarlo. Il presidente della prima sezione del Tribunale amministrativo del Lazio ha però respinto la richiesta, e rinvianto tutto al 4 agosto quando, sentite le parti in aula, dunque tanto i legali dei dem quanto l’avvocatura dello Stato, i giudici amministrativi romani decideranno se sospendere l’atto impugnato. Una situazione di incertezza.