Il partito Fiat acchiappatutto

di Marco Castoro e Stefano Sansonetti

Il partito Fiat esiste. Eccome se esiste. Non è un caso che il Lingotto sia proprietario della Stampa di Torino e da poco anche primo azionista del Corriere della Sera. Come non è un caso che l’attuale direttore della Stampa, Mario Calabresi, sia uno degli uomini più potenti del partito Fiat (assieme a Elkann e Marchionne). Seppure non sia ancora riuscito a coronare la scalata alla direzione di via Solferino, nonostante la poltrona di Ferruccio de Bortoli traballi già da qualche mese. Lo scoglio più grande da superare per Calabresi risponde al nome di Diego Della Valle. Nel frattempo c’è qualche altro candidato che si sta muovendo per bruciarlo sul filo di lana. Su tutti Aldo Cazzullo, che si sta avvicinando sempre di più a Matteo Renzi. Magari in cuor suo sogna il colpo di sponda. Un altro nemico apparente sulla strada di Calabresi è Marchionne. A quanto pare i due non hanno mai legato. L’a.d. di Fiat stima e apprezza molto Mario Sechi, l’ex direttore del Tempo che ha commesso la sciagurata scelta di schierarsi con Monti nella tornata elettorale. Sta di fatto che la Stampa è alle prese con un rosso in bilancio che mette paura. Negli ultimi anni le vacche grasse hanno mangiato cibo prelibato e ora che il convento sta esaurendo le scorte bisogna trovare qualche rimedio.

L’operazione Sorgi
Sistemata Anna Masera capo ufficio stampa alla Camera (in questo caso la Boldrini ci ha messo del suo) ora tocca a Marcello Sorgi. Il fatto che ci sia Luigi Gubitosi (per un ventennio in Fiat) come dg di Viale Mazzini può agevolare il ritorno a Saxa Rubra dell’ex direttore della Stampa (ancora sul libro paga con 300 mila euro l’anno). Per il partito Fiat sarebbe un colpo doppio: uomo di fiducia tra i potenti di Viale Mazzini e una boccata di ossigeno per il cassiere del quotidiano. Una partita di giro che accontenterebbe più o meno tutti i contendenti tranne… il partito Rai. L’arrivo di un altro esterno (e per di più costoso) non è gradito al Cda e all’Usigrai. Seppure Sorgi sia stato il direttore del Tg1. Per lui Gubitosi ha pensato alla direzione del giornale radio e di Radio 1. Per il momento siamo alle barricate. Ma lo scaltro dg conosce tutti i metodi per far ingoiare la pillola.

Tutti gli uomini degli Agnelli nei posti chiave
Il futuro sempre più proiettato all’estero, al di là delle promesse di rito, ma una rete di uomini di fiducia saldamente radicati nei posti che contano in Italia. Dopo il matrimonio con Chrysler, ormai, per la Fiat lo scenario di riferimento, tra scelta delle sedi fiscali, finanziarie e produttive più vantaggiose, è quasi completamente fuori dal Belpaese. Ciò non toglie che la famiglia Agnelli continuerà a presidiare i suoi interessi all’interno dei confini nazionali grazie a una consistente lista di personaggi di “riferimento”. Profili legati al gruppo da rapporti di parentela o da passati manageriali da cui non ci si è mai affrancati del tutto. Gli esempi si sprecano, così come i settori.

Banche
Si prenda quello strategico del credito. Nei prossimi giorni entrerà nel vivo la partita per la successione di Sergio Chiamparino al vertice della Compagnia Sanpaolo, azionista pesante con il 9,8% di Intesa. Concrete chance di successo vengono accreditate a Luca Remmert, attuale vicepresidente della Compagnia. Sua sorella, Daniela Remmert, ha sposato Andrea Nasi, appartenente a uno dei tanti rami che riconducono agli Agnelli. Di più, perché il figlio di Daniela e Andrea, ovvero Alessandro Nasi, è uno dei soci accomandatari della Giovanni Agnelli & Co Sapa, ovvero la scatola di controllo a cui fanno capo le principali partecipazioni di famiglia. Sempre all’interno di Intesa gli Agnelli possono contare su Gian Maria Gros-Pietro, oggi presidente del comitato di gestione della banca, ma anche consigliere di amministrazione (indipendente) della medesima Fiat. Senza contare altri cda di rilievo che lo stesso Gros-Pietro occupa, come quello dell’azienda energetica Edison (sempre come indipendente). Ancora, un uomo i cui legami con gli Agnelli potrebbero anche non essere ricordati è Luca Cordero di Montezemolo, che della Fiat è stato presidente ed è ancora consigliere di amministrazione. Ebbene Montezemolo, all’epoca molto vicino all’avvocato Agnelli, oggi è anche vicepresidente dell’altra superbanca italiana, ossia Unicredit. E nello stesso istituto di credito, tempo fa, era arrivato come responsabile “group identity & communications” Maurizio Beretta, che nel 2003 in Fiat si trovò a curare le relazioni istituzionali.

Lo sport
Per inciso Beretta, che dal 2004 al 2009 è stato anche direttore generale di Confindustria, attualmente ricopre la carica di presidente della Lega calcio, ruolo “sensibile” per una famiglia che sul calcio e sulla Juventus ha sempre puntato moltissimo. Quello dello sport è un settore presidiato dalla famiglia anche attraverso Giovanni Malagò, presidente del Coni grazie all’intervento decisivo di quel Gianni Letta che, tanto per dirne una, ancora oggi conserva una poltrona nel cda della fondazione Giovanni Agnelli. Malagò è talmente vicino alla famiglia da essere socio nella holding GL Investimenti di Lupo Rattazzi, figlio di Susanna Agnelli. Nella società Rattazzi ha il 50%, mentre l’altra metà è in pancia a un veicolo che si chiama Samofin, che a sua volta fa capo al 95% proprio all’attuale presidente del Coni.

Polizze
Quando si parla di posti chiave, poi, non si possono tralasciare le assicurazioni. In questo caso al vertice della più grossa compagnia italiana, le Generali, troviamo Gabriele Galateri di Genola, che nel 1986 fu nominato ad di Ifil e nel 1993 di Ifi. Si tratta di due storiche holding di partecipazioni degli Agnelli. Per non dire del fatto che Galateri ha completato la sua ascesa al gruppo Fiat nel 2002, divenendone amministratore delegato.
I media
Anche l’influenza della famiglia sui mezzi di comunicazione è radicata e in grande ascesa. Dopo la storica presa su La Stampa gli Agnelli sono diventati i primi azionisti del Corriere della sera. Di più, perché proprio Rcs, in base a un accordo raggiunto qualche settimana fa, si occuperà della raccolta pubblicitaria de La Stampa, in un percorso di convergenza che di fatto è già avviato. Quanto alla tv, invece, è consolidato più che mai il rapporto tra la famiglia di Torino e l’attuale dg della Rai, Luigi Gubitosi. Il quale ha trascorso in Fiat la bellezza di vent’anni, dal 1986 al 2005, prima come direttore finanziario e poi come presidente di Fiat Partecipazioni.

Gli altri
Non tutti lo ricordano, ma anche l’ex numero uno di Telecom, Franco Bernabè, è uomo molto vicino alla galassia Fiat, nella quale entrò nel 1978 come capo economista della divisione pianificazione, fino ad arrivare successivamente a occupare un posto nel cda. Tra i sindacalisti, invece, spicca il leader della Cisl, Raffaele Bonanni, tra i primi in Italia a utilizzare parole di elogio per Sergio Marchionne.