Il Pd rinvia le primarie ma si spacca sul voto online. La proposta di Schlein fa insorgere i sostenitori di Bonaccini che non vogliono imitare i 5 Stelle

Il Pd ricomincia a litigare: dopo il rinvio delle primarie, a creare scompiglio è la proposta di Elly Schlein sul voto online.

Il Pd rinvia le primarie ma si spacca sul voto online. La proposta di Schlein fa insorgere i sostenitori di Bonaccini che non vogliono imitare i 5 Stelle

Con l’accordo sul rinvio delle primarie, sembrava essersi sanata la spaccatura che nelle scorse ore ha percorso il Pd: i dem, tuttavia, hanno ricominciato ad azzuffarsi tra loro discutendo, stavolta, sulla proposta avanzata dalla candidata alla segreteria Elly Schlein del voto online.

Il Pd rinvia le primarie ma si spacca sul voto online

Nel marasma della politica italiana, è difficile trovare un partito più litigioso e spaccato del Partito Democratico. Dopo aver trovato un’intesa sul rinvio delle primarie, posticipate dal 19 al 26 febbraio in modo tale da non sovrapporsi alle regionali che si terranno nelle giornate del 12 e del 13, una nuova bomba è scoppiata in ambiente dem nel pomeriggio dell’Epifania. A fare detonare l’ordigno è stata la candidata alla segreteria Schlein che ha proposto di consentire ai cittadini di non votare solo ai gazebo ma anche online. “A noi più che il quando interessa il come agevolare la più ampia partecipazione possibile”, ha detto in occasione di un’intervista rilasciata a La Stampa.

“Le primarie sono una caratteristica identitaria del Pd che è nato all’insegna della partecipazione, dell’apertura verso l’esterno”, ha spiegato Schlein. “In questo momento il rischio maggiore è la disaffezione e io credo che per combatterla sia necessario ampliare gli strumenti di partecipazione”. Per questo motivo, la parlamentare dem ha proposto di aprire anche al voto online per coinvolgere anche quelle fasce di popolazione che non si recheranno ai gazebo.

“Vorrei che arrivassimo a quei mondi che negli ultimi tempi si sono sentiti lontani dal partito: terzo settore, comitati che lottano contro le disuguaglianze e per la salvaguardia del clima, il mondo sindacale, quello che lavora nella scuola o nell’accoglienza”, ha aggiunto. “Perché una maggiore partecipazione porta anche più qualità della vita pubblica. E quello a cui tutti dovremmo puntare è un allargamento della comunità democratica”.

I membri del Pd che sostengono l’ipotesi del voto online

Tra gli esponenti del Pd che si sono schierati a favore della proposta di Schlein ci sono l’ex presidente della Camera Laura Boldrini che ha ricordato il ricorso al voto online non è una novità in quanto è “accaduto già per scegliere i candidati sindaci a Roma, Bologna e Torino” e ha sottolineato che “si firma online per promuovere i referendum abrogativi”.

Sulla stessa scia, anche Alessandro Zan che ha precisato che “dal 2007, anno delle prime primarie del Partito democratico, a oggi il mondo è radicalmente cambiato e la rivoluzione digitale permette forme di partecipazione inedite. Il Pd, se realmente vuole aprirsi e innovarsi, soprattutto ai più giovani, ha il dovere di mettere in campo tutte le opzioni per favorire quanta più partecipazione possibile alle elezioni primarie, consentendo il voto anche online”.

La proposta di Schlein fa insorgere i sostenitori di Bonaccini che non vogliono imitare i 5 Stelle

Ad azzannare alla giugulare l’ex vicepresidente della Regione Emilia-Romagna e la sua proposta, invece, ci hanno pensato i sostenitori di Stefano Bonaccini, principale avversario della Schlein. Toni molto duri, infatti, sono stati quelli usati da Pina Picierno, europarlamentare del Pd candidata in ticket con il governatore dell’Emilia-Romagna. “Un partito che non ha radicamento sul territorio, che non ha circoli dove i militanti si ritrovano e discutono e non fa le feste dell’Unità ma che vota on line c’è già, ma non è il nostro. Noi vogliamo partecipazione e coinvolgimento dei nostri iscritti e dei nostri elettori: ma che sia reale, non virtuale”, ha detto Picierno facendo evidentemente riferimento al Movimento 5 Stelle di Giuseppe Conte. L’europarlamentare, quindi, ha dimostrato che sono ancora vivi, in area dem, i rancori verso i colleghi pentastellati.

L’aspirante vicesegretaria, quindi, ha tuonato che “la proposta di voto online lanciata da Elly Schlein è sbagliata e oltretutto irrealistica e inapplicabile a poche settimane dal voto: significherebbe non garantire un voto sicuro alle iscritte e agli iscritti, trasformando così uno dei processi più importanti della nostra comunità in una insensata imitazione della piattaforma Rosseau del Movimento Cinque Stelle. Un’operazione che avverrebbe in spregio alla militanza nelle migliaia di circoli sparsi su tutto il territorio nazionale. Ridiscutere le modalità di partecipazione attiva e passiva ogni settimana risulta dannoso per la credibilità del percorso congressuale e più in generale del partito che ha individuato nel rispetto e della stabilità delle regole uno dei suoi tratti distintivi”.

Le critiche a Schlein e i rischi per la trasparenza e per la privacy

Tra gli altri sostenitori di Bonaccini ed ex renziani dem che hanno contestato il voto online anche Alessia Morani, tra i membri di spicco della direzione del partito. “Le elezioni primarie sono un grande momento di democrazia e partecipazione e credo sia sbagliato ridurle a un voto online, adottando pratiche di movimenti politici che non hanno nulla da insegnarci in questo senso. Le primarie sono un elemento costitutivo del Partito democratico e snaturarle significa voler snaturare il partito stesso”, ha detto.

E, mentre la capogruppo dem alla Camera Simona Bonafé sostiene che il Pd sia il “partito della democrazia partecipata, è il popolo dei gazebo” e Matteo Orfini ironizza ricordando che “eleggere la guida di un partito è una cosa seria”, Piero De Luca avanza altre perplessità il figlio del governatore della Campania Vincenzo De Luca, infatti, ha osservato che “a poche settimane dal congresso sarebbe incomprensibile cambiare all’improvviso le regole creando confusione e rischi per la trasparenza, la certezza del voto e la dovuta tutela della privacy”.

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