Il Pd sceglie il basso profilo per le Comunali. Ma ora Orlando pretende un’alleanza di centrosinistra

Il Pd sceglie il basso profilo per le Comunali. Ma ora Orlando pretende un'alleanza di centrosinistra

Niente tripudi o festeggiamenti nel Partito democratico. Solo la soddisfazione di deridere il Movimento 5 Stelle. Perché il risultato delle Comunali rischia di dare ragione alla minoranza del ministro della Giustizia, Andrea Orlando, che da settimane chiede un dialogo con le altre forze progressiste. Lo scopo? Un’alleanza di centrosinistra vecchio stile. E al primo turno delle Amministrative questo tipo di coalizione ha funzionato abbastanza bene. Non a caso il Guardasigilli ha colto la palla al balzo: “Il centrosinistra vince o comunque è competitivo solo quando è largo, plurale e sa raccogliere esperienze di carattere civico. Queste mi sembrano le indicazioni principali”, ha commentato.  Certo, niente di strepitoso che faccia parlare di trionfo.  Ma almeno c’è la possibilità di partecipare al ballotaggio di Genova, L’Aquila e Parma, alcuni dei Comuni più importanti in palio. Sicuramente il quadro complessivo è meno cupo del 2016.  A dettare i tempi della strategia politica è stato Matteo Ricci, renzianissimo fresco di nomina nella segreteria del Pd:“Pisapia dovrà scegliere se vuole fare un percorso con noi o fare il candidato di D’Alema”. Insomma, a Largo del Nazareno non viene scartata l’ipotesi di un’alleanza con altre forze politiche. Tanto che c’è stata un’apertura anche sulle primarie. Ma sono stati fissati dei precisi paletti sugli interlocutori, da cui vengono esclusi i leader del Movimento democratico e progressista, che pure sono disponibili a un confronto: “Dove c’è una alleanza classica di centrosinistra il candidato di centrosinistra va avanti”, ha evidenziato Roberto Speranza.

Volare alto – L’analisi del voto è stata affidata al vicesegretario dem, Maurizio Martina: “Queste amministrative ci consegnano dei dati positivi praticamente ovunque. Il dato politico riguarda i Cinque stelle ed è un segnale di grande difficoltà a essere credibili quando si tratta di esprimere personale e profili utili a governare nei Comuni”. Matteo Renzi ha preferito un’altra strada, quella di non soffermarsi sui numeri usciti dalle urne. “Buoni i dati delle amministrative, adesso avanti per i ballottaggi. In bocca al lupo ai sindaci già eletti. Il giorno dopo delle elezioni solitamente si fanno tante analisi, chiacchiere e discussioni, come è persino naturale. Noi oggi abbiamo fatto una scelta diversa”, si è limitato a commentare, su Facebook, il segretario del Pd. Che ha quindi provato a volare alto: “Con il presidente del Lazio Nicola Zingaretti abbiamo preso una macchina e siamo saliti a Accumoli e Amatrice per fare il punto sui cantieri. Senza dirlo ai giornali, senza dirlo a nessuno”. I renziani hanno ovviamente insistito sul risultato del M5S. “Non si può governare con il dilettantismo e l’incoerenza: gli italiani hanno detto di no al modello Appendino-Raggi”, ha attaccato la deputata dem Silvia Fregolent. “Forse i selfie e i sorrisi possono essere efficaci in campagna elettorale ma alla prova dei fatti gli elettori hanno capito che una cattiva amministrazione può in pochi mesi, come sta accadendo a Torino”, ha concluso la parlamentare.

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