Il Po soffre e il Pirellone ci guadagna. Negati i rimborsi, ma arriva la condanna dal Tar

di Clemente Pistilli

Risolve il problema del Po in secca chiedendo sacrifici alle società elettriche, ottiene per quell’emergenza denaro dal Governo centrale, ma quando è il momento di rimborsare le aziende per le perdite subite tiene ben stretti i cordoni della borsa. L’operato della Regione Lombardia è stato bocciato dal Tar e il Pirellone dovrà ora pagare quasi mezzo milione di euro a Edipower spa, uno dei maggiori produttori italiani di energia. Nel 2003 il principale fiume italiano venne colpito da una grave siccità. L’Autorità di bacino, il Dipartimento della protezione civile, le Regioni Emilia Romagna, Lombardia, Valle d’Aosta e Piemonte, l’Agenzia interregionale per il Po, il Gestore della rete di trasmissione nazionale, il Consorzio regolatore dei laghi, l’Associazione nazionale bonifiche e le società produttrici di energia elettrica si misero alla ricerca di una soluzione. Alla fine venne stabilito che per salvare il fiume le società dell’elettricità dovevano rinunciare a parte dei profitti e rilasciare nel Po maggiori quantitativi di acqua di quelli previsti. Le perdite sarebbero poi state risarcite. Detto e fatto. A Parma venne anche sottoscritto un protocollo. Il corso d’acqua venne salvato e 15 milioni di euro furono spediti dalla Protezione civile alla Regione Lombardia per gli indennizzi previsti. A stabilire quanto doveva essere risarcito a ogni società elettrica coinvolta nell’iniziativa era stato il Gestore di rete. Nelle casse del Pirellone, allora retto da Roberto Formigoni, entrarono 6,3 milioni di euro. Edipower si vide riconoscere un indennizzo da 456.230 euro, ma nonostante i solleciti per otto anni non è riuscita a ottenere un centesimo. Inutile anche un decreto ingiuntivo emesso nel 2007 dai giudici meneghini. La società, che ha come principale azionista A2A spa, azienda controllata dai Comuni di Milano e Brescia e che lo scorso anno ha registrato un utile netto di 260 milioni, si è rivolta al Tar della Lombardia. La Regione ha sostenuto che la perizia fatta dal Gestore non era corretta e che alle aziende elettriche spettavano somme inferiori. Visto che il Pirellone non si è curato di disporre una perizia alternativa, i giudici amministrativi hanno però bocciato l’operato dell’ente pubblico, condannandolo a pagare il mezzo milione a Edipower. Un po’ di energia tolta all’attuale governatore Roberto Maroni e data alla spa.