Ponte sullo Stretto, salta l’inserimento nel conto delle spese Nato: dopo lo stop degli Usa arriva la retromarcia di Salvini

Il Ponte sullo Stretto non farà parte delle spese per la Nato. Salvini fa marcia indietro dopo il “no” americano

Ponte sullo Stretto, salta l’inserimento nel conto delle spese Nato: dopo lo stop degli Usa arriva la retromarcia di Salvini

Dopo il “no” degli Stati Uniti all’inserimento del Ponte sullo Stretto tra le spese necessarie a raggiungere il 5% del Pil in investimenti militari e di sicurezza, il ministro dei Trasporti Matteo Salvini, che ne aveva a lungo caldeggiato l’inserimento, ora batte in ritirata.

A provocare la giravolta del leader della Lega sono state le dichiarazioni, rilasciate in un’intervista a Bloomberg, dell’ambasciatore americano presso la Nato, Matthew Whitaker. Il diplomatico ha espresso la contrarietà di Washington “a ogni tipo di accounting creativo” per raggiungere il target di spesa fissato dall’Alleanza. E ha rincarato la dose affermando di osservare “in modo molto serio la questione”, progetto per progetto.

Di fronte a queste parole, il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti (Mit) ha diffuso una nota in cui precisa: “Il Ponte sullo Stretto è già interamente finanziato con risorse statali e non sono previsti fondi destinati alla Difesa. Al momento, l’eventuale utilizzo di risorse Nato non è all’ordine del giorno e, soprattutto, non è una necessità irrinunciabile. L’opera non è in discussione”.

Peccato che fino al 6 agosto il leader della Lega raccontasse tutt’altra storia. “Che possa essere un dual use, che dunque ci sia uso multiplo anche per motivi di sicurezza, è evidente, è nelle cose”, dichiarava Salvini a seguito del via libera del Cipess all’opera.