Il Punto di Mauro Masi. L’esempio di Cina e Russia sulle informazioni online merita un’attenta riflessione

Secondo uno studio in corso di pubblicazione da parte delle una agenzie specializzate delle Nazioni Unite, Cina e Russia hanno rappresentato in questi ultimi anni i modelli di riferimento per quegli Stati che vogliono avere una qualche forma di controllo delle informazioni on line (e sono tanti: dai regimi dell’ex Unione  Sovietica, al Medio Oriente, al Sud est asiatico,  all’Africa).  In realtà i due modelli sono piuttosto diversi in quanto quello cinese ha una portata maggiore nel senso che da priorità al controllo in tempo reale attraverso una moltitudine di controllori – sia esplicitamente governativi, sia attraverso i giganti della tecnologia cinese – che possono intervenire direttamente. Pechino inoltre si è dotata di leggi che permettono di inibire l’accesso ad intere piattaforme e siti web: infatti Facebook, Google ( che peraltro sarebbe sul punto di accettare una versione “filtrata” del suo motore di ricerca e quindi rientrare in Cina) e Twitter sono inaccessibili da anni in Cina. La Russia, al contrario, anziché bloccare direttamente queste piattaforme punta sugli effetti dissuasivi nei confronti di chi potrebbe accedere e, soprattutto, sulla capacità di “manipolare” i social attraverso la partecipazione attiva di soggetti direttamente o indirettamente collegati alle proprie strutture centrali di controllo (da qui la nota  polemica sulle presunte “fake-news” alimentate da fonti russe). La Cina peraltro segna una netta superiorità sul terreno tecnologico, l’esempio è il suo “Grande Muro Digitale” (il cosiddetto Great Firewall noto anche come Golden Shield Project)  un progetto già esportato in Vietnam e in Tailandia. Va detto tuttavia che, in questi stessi anni, sia in Russia ma soprattutto in Cina i tassi di incremento della diffusione di internet nella popolazione attiva sono tra i più alti del mondo così come sono state (e sono tutt’ora) in crescita esponenziale le opportunità di business (anche per stranieri) nei settori high tech sia russo che cinese e ciò al di là dell’esistenza o meno di controlli sulla Rete. Naturalmente si può discutere dell’esempio che questi due grandi Stati rappresentano nel mondo delle ICT ma è indubbio che il modello che associa al tempo stesso controlli sulla Rete e grande libertà di business nell’high tech sia molto accattivante per tanti Paesi soprattutto in via di sviluppo. E ciò merita una attenta riflessione, soprattutto in Occidente. Giovedì 2 agosto, Apple ha superato alla Borsa di New York mille miliardi di dollari di capitalizzazione.  E’ un record storico assoluto. Le sue azioni  dal debutto del 1980 sono cresciute di valore di oltre il 50.000% e anche questo  è un record assoluto e un chiaro segno dei tempi.