Il Punto di Mauro Masi. Servono forme innovative per assicurare i danni causati da Sanità e catastrofi naturali

Nella sua Relazione Annuale – come sempre, di alto profilo – il Presidente di IVASS Salvatore Rossi ha, tra l’altro, ricordato la strutturale sottoassicurazione degli italiani nei rami “danni” non automobilistici: nel nostro Paese restano infatti un segmento modesto del mercato pari al 12% (in Germania e Spagna oltre il 40%, in Francia 30%). In uno dei principali settori specifici, quello sanitario, si è anche assistito ad un progressivo ritrarsi degli assicuratori nazionali dal segmento della responsabilità civile e dall’apparire di “operatori poco affidabili ma protetti dalla legislazione europea”. Un altro settore tipico, quello della copertura dei danni causati dalle catastrofi naturali, continua a non svilupparsi come dovrebbe in un Paese in cui si spendono mediamente oltre 3 miliardi l’anno per l’indennizzo dei danni catastrofali. Tutto ciò genera diverse considerazioni anche in rapporto al necessario intervento dello Stato in questi settori da sempre considerati nel perimetro dello “Stato sociale”. Da più parti si sottolinea infatti che la crisi economica  che tocca ormai da più di un decennio in nostro Paese, con la conseguente riduzione di risorse della finanza pubblica, impone la ricerca di modelli più moderni ed efficienti per poter assicurare una serie di prestazioni essenziali tipiche del Welfare State. In altre parole, c’è la necessità di individuare forme innovative che non gravino, in tutto o in gran parte, sulla finanza pubblica e consentano ugualmente di far fronte agli obblighi dello Stato sociale. Proprio il coinvolgimento del sistema assicurativo privato in sinergia con l’azione regolamentatrice e di mercato del Pubblico appare una delle strade più efficacemente percorribili. L’obiettivo da porsi è quello che le compagnie di assicurazione trovino conveniente intervenire anche in ambiti di difficile assicurabilità (e, come si è visto, da noi pesantemente sottoassicurate). In primis proprio la copertura dei rischi da eventi catastrofali e la copertura dei rischi da responsabilità nella sanità. Per far ciò è necessario individuare un sistema che faciliti l’aggregazione e il trasferimento (in tutto o in parte) del rischio e/o conceda garanzie sullo stesso. In altri Paesi con reddito pro-capite simile al nostro (ad esempio, la Francia) ciò si è attuato costituendo sostanzialmente un sistema pubblico di riassicurazione; è una strada questa che, in prospettiva, potrebbe essere intrapresa efficacemente anche da noi.

Qualche considerazione sull’acquisto di Linkedin da parte di Microsoft; la prima è che l’azienda di Redmond paga il social 26,2 miliardi di dollari ben al di sopra del suo valore di mercato (stimato in circa 16 miliardi di dollari) la seconda è che lo fa “a debito” cioè finanzia l’acquisto con emissioni di bonds. Ciò è abbastanza curioso perché è ben noto, e non solo agli analisti finanziari, che Microsoft ha in cassa oltre 100 miliardi di dollari anche se, e qui è forse il punto nodale, il 97% di questa liquidità è collocato all’estero, detenuto dalle varie dipendenze e controllate di Microsoft in Paesi ove il regime fiscale è ritenuto più favorevole.