Il pusher di Pantani alla Commissione antimafia: “Marco è stato ucciso. Era perennemente alla ricerca della verità sui fatti di Madonna di Campiglio”

“Marco non è morto per droga, già 16 anni fa dicevo che era stato ucciso”. E’ quanto ha detto oggi, nel corso di un’audizione davanti alla Commissione parlamentare antimafia, Fabio Miradossa, lo spacciatore napoletano che riforniva Pantani di cocaina. “Aveva avuto la droga 5 giorni prima – ha detto ancora l’uomo -, non avrebbe aspettato tanto tempo, l’avrebbe finita nel giro di poche ore”.

“Prima di me – ha aggiunto – aveva altri fornitori, non so se si è rivolto ad altri, so che mancano i 20 mila euro che Marco aveva prelevato e che mi doveva per una fornitura precedente, per l’ultima fornitura e per un prestito che gli avevo fatto. 20 mila euro che io non ho preso. Ma dalla mia esperienza e da quello che ho visto dalle immagini in tv, Marco non ha consumato droga in quella stanza. Marco non sniffava, chi ha creato la scena del crimine non lo sapeva. Fumava crack”.

Miradossa ha detto alla Commissione antimafia di aver conosciuto il campione poco prima che morisse e che non gli sembrò “una persona che si voleva uccidere”. “Marco è stato ucciso. Era perennemente alla ricerca della verità sui fatti di Madonna di Campiglio – ha aggiunto -, ha sempre detto che non si era dopato. Qualcosa stava facendo per arrivare alla verità, questa è però una mia convinzione”.