Il Rapporto ASviS. L’era delle diseguaglianze o si ferma ora o mai più

Il Rapporto annuale dell’ASviS ha riassunto progressi e ritardi dell’Italia rispetto agli obiettivi di sviluppo sostenibile fissati dall’Onu.

Il Rapporto ASviS. L’era delle diseguaglianze o si ferma ora o mai più

Guerra e pandemia presentano il conto, ma non sono le uniche cause del passo indietro che stiamo facendo nella strada verso gli obiettivi di uno sviluppo più sostenibile fissati dalle Nazioni Unite: a fare il quadro dei ritardi, così come di alcuni successi, è il Rapporto annuale dell’ASviS, l’Alleanza italiana per lo sviluppo sostenibile, presentato alla giornata inaugurale del Festival dello Sviluppo Sostenibile, in corso fino al 20 ottobre.

Dieci idee sul futuro: le proposte delineate nel Rapporto ASviS

Negli ultimi anni abbiamo fatto passi avanti sulla produzione dell’energia pulita e delle condizioni di lavoro dignitose, ma siamo indietro nel contrasto ai cambiamenti climatici e persino arretriamo nella lotta alla povertà, nell’offerta di istruzione di qualità, nella parità di genere e nella riduzione delle disuguaglianze.

Il Rapporto dell’ASviS non nasconde la crisi sistemica del modello di sviluppo dominante, accelerata dalla pandemia e dalla guerra in Ucraina, con un impatto evidente sulle condizioni generali del pianeta. “La pandemia da Covid-19 – si legge nel rapporto – sta continuando ad avere un impatto grave sui progressi verso gli obiettivi di sviluppo sostenibile in tutto il mondo. L’aggressione della Russia all’Ucraina ha causato nel mondo forti ricadute sociali ed economiche, aumentando la fragilità del sistema multilaterale globale. Questo impedisce di ridurre le disuguaglianze all’interno dei Paesi e tra di essi”.

Ma come si esce da tutto questo? L’ASviS ha raccolto le sue proposte in “Dieci idee per un’Italia sostenibile”, da realizzare nella prossima legislatura e per questo già consegnato alle forze politiche. Mentre ci sono partiti che indugiano o rifiutano proprio le misure necessarie per non tornare ai vecchi vizi del nostro Paese – dal consumo indiscriminato del suolo allo spreco idrico, fino al sostegno delle fonti energetiche di origine fossile – l’ASviS ha chiesto al prossimo Parlamento di assicurare la coerenza delle politiche per lo sviluppo sostenibile, impegnarsi per la giusta transizione ecologica, tutelare la salute con un approccio integrato, rendere più sostenibili ed equi i territori.

La scommessa: l’era delle diseguaglianze o si ferma ora o mai più

Bisogna impedire che si affermi l’era delle diseguaglianze, ha detto il presidente e portavoce di ASviS, Pierluigi Stefanini, secondo cui “il rapporto conferma che stiamo superando la soglia tra un periodo storico in cui la crescita di produzioni e consumi, seppur con molte contraddizioni, generava un’analoga diffusione del benessere, dei diritti e della giustizia sociale a un nuovo periodo in cui la generazione della ricchezza economica porta benefici a una fascia di popolazione progressivamente più ristretta”. Un’ombra che si allunga sul futuro del nostro Paese e del pianeta.

“Dal 2019 al 2021 – ha detto la presidente dell’ASviS, Marcella Mallen – si registra un aumento delle disuguaglianze di reddito, una crescente difficoltà del sistema sanitario di rispondere alle esigenze dei cittadini, specialmente dei più deboli, e un arretramento degli indicatori ambientali, in particolare quelli sul consumo di suolo e sulla gestione delle risorse idriche”.

Ora più che mai, insomma, occorre avere consapevolezza di tutto questo e promuovere “una diffusa cultura della sostenibilità, fondamento di un’economia equilibrata e inclusiva a beneficio della collettività”, come ha detto il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, all’inaugurazione del Festival dello Sviluppo Sostenibile.