Studi televisivi trasformati in aule di tribunale. E spesso pure senza contraddittorio. Delitti che diventano telenovele dove c’è una corsa tra le diverse trasmissioni a rivelare il particolare più scabroso. “Il sangue e lo 
Parallelismi – L’autore mette in relazione due mondi, apparentemente lontani ma in realtà molto vicini. Dalla “tv del dolore” della D’Urso all’Isis esportatore di terrorismo, come nodi di una stessa rete che ci spinge a vivere un’idea di Male sempre de-simbolizzata, de-storicizzata, in un apparato mediatico dove contano più le messinscene macabre, le drammaturgie scontate, le indignazioni da salotto e i sentimentalismi precotti, che non la filiera delle cause di un problema, la loro politicizzazione, la nostra responsabilità. Non solo. Viviamo in un Regime delle Paure. Che riguarda ormai ogni aspetto della nostra vita. Anche quello culinario. Da ciò che mangiamo ai virus che possono mettere a repentaglio la nostra salute, dai “mostri” che attentano a sicurezza e benessere alle emergenze climatiche. Tutto ha l’aria del thriller. E allora, si chiede l’autore: non saremo di fronte a una strategia capillare di controllo emozionale attraverso cui il Sistema arriva a difendersi da ogni possibilità di rovesciamento, dicendo in ogni momento chi dobbiamo essere, come dobbiamo usare le nostre energie, e soprattutto chi sono i nostri “veri” nemici da combattere? Il libro accusa duramente l’informazione spettacolarizzata e, perciò, banalizzata. E per questo arriva a chiedere punizioni esemplari per chi si occupa in maniera superficiale di cronaca nera. “Non si può andare avanti così’”, ha sottolineato Castoro, “serve un’inversione di tendenza”.