Il sì di Macron allo stato palestinese fa infuriare Usa e Israele. Trump: “Un bravo ragazzo, ma ciò che dice non conta“

Macron annuncia il riconoscimento della Palestina e lancia l'appello per lo stop al massacro di Gaza. Israele e Usa furiosi

Il sì di Macron allo stato palestinese fa infuriare Usa e Israele. Trump: “Un bravo ragazzo, ma ciò che dice non conta“

Spagna, Norvegia, Svezia e ora anche Francia, sì. Germania, Regno Unito, Danimarca e, naturalmente, Italia, no. L’Europa sempre più divisa davanti al genicidio di Gaza. Giovedì sera, a rompere il fronte dell’immobilismo europeo, ci aveva pensato il presidente francese Emmanuel Macron, che dopo il fallimento delle trattative di pace per la Striscia, aveva annunciato l’intenzione della Francia di riconoscere ufficialmente lo Stato di Palestina durante la prossima Assemblea generale delle Nazioni Unite, prevista a settembre. Primo Paese del G7 a farlo.

“Bisogna fermare la guerra a Gaza”

“L’urgenza oggi è porre fine alla guerra a Gaza e garantire aiuti alla popolazione civile. La pace è possibile, ma serve un cessate il fuoco immediato, il rilascio degli ostaggi e il disarmo di Hamas”, aveva dichiarato Macron, sottolineando che la creazione di uno Stato palestinese è “essenziale per garantire la sicurezza in Medio Oriente”. Il capo dell’Eliseo ha inoltre insistito sul fatto che il futuro Stato dovrà essere smilitarizzato, riconoscere Israele e contribuire attivamente alla stabilità della regione.

L’appello di Macron, Starmer e Merz

Ieri invece al termine di una call con il primo ministro Uk, Keir Starmer e col cancelliere tedesco Friedrich Merz, il capo dell’Eliseo ha riferito che nella Striscia di Gaza è in corso “una catastrofe umanitaria” che “deve finire subito”, una risposta indiretta alle affermazioni del governo d’Israele secondo cui a Gaza non ci sarebbe una carestia, a dispetto delle denunce dell’Onu e di tutte le organizzazioni internazionali.

L’ira di Netanyahu e di tutte le forze politiche israeliane

Una posizione forte, quella presa da Macron, che ieri ha scatenato le irritatissime reazioni di Israele e Stati Uniti. Il primo ministro Benjamin Netanyahu ha definito la mossa francese “un regalo a Hamas” e ha accusato Macron di voler “riconoscere uno Stato palestinese accanto a Tel Aviv subito dopo il massacro del 7 ottobre”. Per Netanyahu, uno Stato palestinese in tali condizioni rappresenterebbe “il terreno per la distruzione di Israele, non la convivenza pacifica”.

Anche l’opposizione israeliana ha condannato l’annuncio. L’ex premier Yair Lapid ha parlato di “errore morale” e di “colpo diplomatico” inferto a Israele, sostenendo che il riconoscimento rischia di premiare i terroristi e di indebolire la posizione israeliana sulla scena internazionale. Parole che arrivano nel giorno in cui Israele ha arrestato il Gran Muftì della moschea di Al-Aqsa, lo sceicco Mohammad Hussein, all’interno dei cortili della moschea. L’ennesimo affronto.

Trump: “Macron? Un bravo ragazzo, ma ciò che dice sulla Palestina non conta”

Sulla stessa linea Washington: “È una brava persona, mi piace, fa il gioco di squadra, ma la buona notizia è che quello che dice sulla Palestina non conta”, ha detto Donald Trump, parlando di Macron. Per il segretario di Stato, Marco Rubio, quella di Macron è “una decisione sconsiderata”, colpevole di “alimentare la propaganda di Hamas, ostacolando la pace”.

Sprezzante, in puro stile trumpiano il post dell’ambasciatore Usa in Israele, Mike Huckabee: “La ‘dichiarazione’ unilaterale di Macron di uno Stato ‘palestinese’ non specificava dove sarebbe stato. Ora posso rivelare in esclusiva che la Francia offrirà la Costa Azzurra e che la nuova nazione si chiamerà ‘Franc-en-Stine’”. “Se Macron può semplicemente ‘dichiarare’ l’esistenza di uno Stato, forse il Regno Unito può ‘dichiarare’ la Francia una colonia britannica!”, ha aggiunto.

Germania e Regno Unito si sfilano

Contro il riconoscimento si sono dette sia Germania che Gran Bretagna. Il governo tedesco “non prevede di riconoscere a breve uno Stato palestinese”, ha dichiarato ieri il portavoce del governo tedesco, Stefan Kornelius. Berlino “continua a considerare il riconoscimento di uno Stato palestinese come una delle fasi ultime verso la soluzione dei due Stati”, ha precisato, ricordando che la sicurezza di Israele “riveste un’importanza primaria” per la Germania.

Anche il governo laburista britannico del moderato Starmer ha preso tempo, sebbene ieri oltre 220 deputati, di nove partiti diversi, abbiano chiesto ufficialmente che il Regno Unito riconosca lo Stato palestinese. Anche la Danimarca – unico Paese scandinavo a non aver riconosciuto la Palestina, come hanno invece fatto Svezia e Norvegia – ha fatto sapere che non seguirà le orme dell’Eliseo.

Solo la Spagna preme per il riconoscimento immediato da parte di tutti

A favore del leader francese si è invece levata la voce della ministra della Difesa spagnola, Margarita Robles, che ieri ha lanciato un nuovo appello alla comunità internazionale per fermare i “massacri” a Gaza. Robles ha dichiarato che il governo spagnolo è “assolutamente inorridito e scandalizzato” per la situazione nella Striscia, dove la popolazione ora soffre anche per la mancanza di cibo e di aiuti umanitari. In questo contesto, Robles ha garantito che a partire dal 7 ottobre 2023, il ministero della Difesa non acquista alcun armamento da Israele. “È inaccettabile e la comunità internazionale deve far cessare questi massacri”, ha aggiunto.