Il Sinodo della discordia. Sull’ostia ai risposati è scontro aperto nella Curia. Sabato il voto finale

L’ostia ai divorziati risposati resta il nodo centrale del sinodo che si avvia alla conclusione. Sabato ci sarà la votazione finale. Lo scontro però è tutt’altro che superato con le posizioni dei vescovi che non sembrano voler schiodare dalle proprie posizioni. Dentro le mura leonine la parola mediazione sembra abbastanza sconosciuta. Nelle 13 relazioni dei gruppi linguistici, sul tema dei risposati si registrano approcci diversi. Raggiunto l’accordo sulla necessità di accompagnare e accogliere le famiglie ferite, secondo una “pedagogia della misericordia” che eviti atteggiamenti settari e sposi la pastorale con la dottrina, senza “annacquarla”. Al di là delle chiacchiere sono stati presentati oltre 500 emendamenti per la stesura della relazione finale. Lo scontro è tra i cardinali tedeschi, che stanno compatti con Papa Francesco e l’australiano George Pell. A dare fastidio è stata l’intervista di Pell a un giornale francese in cui ha parlato di una battaglia tra kasperiani e ratzingeriani. “Nel sinodo non siamo in battaglia”, ha sottolineato il cardinale tedesco Reinhard Marx, “Ratzinger non è contro Kasper”. I Padri Sinodali si richiamano alla funzione consultiva, e non deliberativa, dell’assemblea episcopale. Di qui, l’auspicio di un intervento del Papa affinché crei un’apposita Commissione incaricata di approfondire questo tema. Comunque i Circoli minori ribadiscono: il Sinodo non si giudica solo dal tema dei divorziati risposati. Anche sul tema delle persone omosessuali emergono visioni differenti. Comune è la posizione dei Circoli nel respingere l’adozione di bambini per le coppie omosessuali e l’equiparazione tra il matrimonio e le unioni gay.