Le Lettere

Il sintomo di un regime

La Meloni è una sciagura, ma i giornali non la criticano, anzi leggo elogi sperticati e perfino ridicoli. Ma tutta la stampa è corrotta?
Miriam Bassi
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Gentile lettrice, più che corrotta in senso letterale, direi omologata, prona a falsificare la realtà per compiacere il potere. L’informazione è divenuta una cinghia di trasmissione del falso, il che da una parte rivela la natura pericolosa di giornali e tv e dall’altra segnala che le nostre democrazie – dei singoli Paesi europei e dell’Ue nel suo insieme – si sono mutate in regimi autoritari, oligarchici. I mass media hanno il compito di anestetizzare le masse affinché credano a narrazioni fantasiose in cui il leader di turno è divinizzato, mentre gli oppositori più “scapigliati” sono fustigati (il più scapigliato e fustigato di tutti è Conte). Ricorda le pazzesche frottole su Draghi? Una per tutte: la vittoria degli Azzurri in Coppa Europa fu merito suo! Prodigio! Lo scrissero tutti. Idem con Meloni: Sarà la nuova Merkel (Il Giornale), Una fuoriclasse, ad avercene (Repubblica), Regina Giorgia (Corriere della sera), King-maker d’Europa (Vespa), Il ponte tra America ed Europa (tutti), quando invece la vediamo penosamente prona di fronte a Usa, Ue e Israele. L’elogio servile della stampa è la prima spia di un regime non più democratico. Dovremmo saperlo dal 1922, quando Mussolini abolì la libertà di stampa e creò il Ministero della Cultura Popolare (MinCulPop), al quale tutti i giornali sottostavano. E allora vai con “La maschia volontà del Duce” e “L’ordine è vincere e vinceremo”. Abbiamo visto com’è finita. E, mutatis mutandis, lo vedremo ancora.