di Stefano Sansonetti Una mercato da 17 miliardi di dollari in cui regna il caos più totale. In mezzo ci sono i dati personali dei soliti consumatori-utenti, il cui destino è ancora avvolto nella nebbia, nonostante faldoni di normativa che sulla carta dovrebbero garantire la privacy. Benvenuti nella giungla del cosiddetto “big data”, ovvero il settore della gestione dei dati personali. Tra i casi che stanno montando in Italia, sebbene ancora sottotraccia, c’è quello relativo a eDreams, una delle più grandi piattaforme di acquisto on line dei biglietti aerei. Ebbene, in questi giorni le migliaia di persone che recentemente hanno acquistato un biglietto tramite eDreams vengono tempestate di telefonate in cui non meglio identificati operatori promuovono polizze assicurative del colosso americano MetLife. Le segnalazioni si stanno moltiplicando. CHI C’E’ DIETRO Le telefonate partono dal numero di un call center che si presenta come legato a eDreams. L’offerta prevede la sottoscrizione di una polizza MetLife da 17 euro al mese per la copertura di diversi tipi di rischi, anche al di fuori di quelli che si possono correre nell’ambito di una vacanza. A un ulteriore approfondimento, però, gli stessi operatori ammettono di lavorare per il gruppo assicurativo. Il quale, se ne deduce, sta entrando in possesso di un’incredibile quantità di numeri di telefoni cellulari. Gli stessi che gli utenti sono obbligati a inserire nel sito di eDreams per poter acquistare il biglietto aereo. Tutto normale? Apparentemente sì, dal momento che per perfezionare l’acquisto bisogna autorizzare eDreams al trattamento dei propri dati. Ma non tutto ciò che sembra legale è anche giusto. Si dà infatti il caso che gli utenti che si collegano al sito di eDreams credono di affidare alla piattaforma il proprio numero di cellulare per completare la procedura di acquisto e avere aggiornamenti sulle variazioni del proprio volo. Di certo non si aspettano che il proprio recapito telefonico venga fagocitato dagli archivi di una società assicurativa che li utilizza per fare offerte del tutto slegate dai eventuali, futuri viaggi. Da qui alla protesta il passo è breve. In numerosi forum on line, che raccolgono i malumori dei consumatori, il numero del call center dal quale arrivano le offerte assicurative in questi giorni è soggetto a una valanga di proteste. C’è chi lamenta di essere bersaglio di decine di telefonate a settimana e minaccia denunce. In realtà qui si entra nei meandri di un business che secondo una recente ricerca Idc, dal titolo “Worldwide Big Data Technologies and Services”, nel 2015 arriverà a valere 17 miliardi di dollari. Dati che fanno troppa gola a colossi che hanno tutto l’interesse a maneggiarli con “agilità”. LA PARTITA Edreams, per dire, è controllata dal gruppo Odigeo, quotato in Spagna. Il quale, a sua volta, è controllato da due di più grandi fondi di investimento: l’inglese Permira, che ha una partecipazione in Odigeo del 31%, e il francese Ardian, che ne detiene il 20%. MetLife, dal canto suo, è un colosso assicurativo americano quotato alla borsa di New York. Ieri La Notizia ha contattato eDreams e MetLife per sapere quali sono le caratteristiche tecniche e formali della trasmissione di questa incredibile mole di numeri di telefono. Le due società, in via ufficiale, nonostante ripetute sollecitazioni non hanno fatto pervenire nessuna risposta. In via ufficiosa si sono limitate a far sapere che la trasmissione dei dati avviene in modo conforme alle regole. E ci mancherebbe altro, verrebbe da dire. Certo c’è da immaginare che dall’operazione si ricavino molti soldi. Non si spiegherebbe, d’altronde, che convenienza ne avrebbe eDreams, visto che le reazioni inferocite dei consumatori minacciano di ritorcersi contro il suo business in termini di perdita dei clienti. Chissà, magari in un periodo di paura diffusa, dovuto all’escalation di attentati terroristici, qualcuno può aver pensato di “pompare” il numero delle telefonate (anche se la pratica va avanti da mesi). Un dato è certo: il mercato dei dati on line è ancora un mare magnum in cui i consumatori non hanno bussole. Twitter: @SSansonetti
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