Il tartufo della Valnerina

di Marco Castoro

Lei responsabile amministrativa di un’azienda di arredamenti da giardino. Lui rappresentante di una ditta di materiali edili. Elisabetta e Leonardo Matteucci sono due fratelli. Vivono in Umbria. Ma correre a destra e a manca per 12 ore al giorno non è il massimo della serenità. La professionalità c’è ma la passione non più. Lo stress li schiaccia. A quel punto ai due fratelli torna alla mente il nonno e quella sua nobile passione di andar per boschi alla ricerca della genuinità e della purezza. “Una nobile passione che fu di nostro nonno, che è stata di nostro padre e di nostro zio. E che per noi figli non poteva rimanere un sogno”. Il pensiero corre veloce. Come il desiderio di libertà. E che cosa fanno i due Matteucci? Mollano tutto e cambiano vita. Seguono le orme familiari e aprono una nuova attività, animati da quella grande passione che aveva nel tartufo le fondamenta. Ecco che nasce la Valnerina Tartufi. “Alla base di tutto – confessa Elisabetta – rimane il senso di inesausta ricerca di quel frutto, davvero autentico capolavoro di sapore e gusto, che la nostra terra ci offre: il tartufo”.

L’azienda Valnerina Tartufi nasce nell’aprile del 2007 per forte volere di Elisabetta e Leonardo. Impresa diventata possibile grazie all’esperienza ultracinquantennale di tutta la famiglia Matteucci, con l’apporto fondamentale di decine di “cavatori”.  Oggi l’azienda va a gonfie vele. Dice Elisabetta: “Lavoriamo sempre più di 12 ore ma finalmente lo facciamo per noi, non più per gli altri”.

L’export è il punto di forza dell’azienda. L’80% dei prodotti se ne va all’estero. Basta ordinare e in 24 ore il tartufo è sulla tavola del consumatore. Il tempo di prendere nota dell’indirizzo e subito si mettono le ali al vettore per volare dal destinatario. La sede è in Umbria, in Valnerina, nei pressi della Cascata delle Marmore. Francia, Belgio, Germania sono i Paesi che si contendono la leadership delle ordinazioni più ghiotte. Entro l’anno si tenterà l’avventura alla conquista del grande Nord. Con degli appositi stand che metteranno in mostra i tartufi, si tenterà di conquistare il mercato danese e svedese.

Ma la vera sfida sarà quella del 2015, anno in cui si tenterà la conquista della Cina. Il Paese che ha cercato in tutte le maniere di copiare i tartufi italiani, finendo per trasformarli in patate rimbalzanti. Oltre che da forma e sapore il cinese lo scopri dai prezzi. Un tartufo pregiato non può costare 20 euro al kg. Il tartufo nero pregiato può variare dai 400 ai 600 euro al kg, anche se i costi dipendono dalle stagioni e variano di conseguenza. Ma la vera star è il tartufo bianco. Il re della tavola ha un prezzo che può arrivare anche a 3000 euro al kg se in giro ce ne sono pochi. Ma se la “caccia” dei cavatori è stata buona la media dei costi oscilla tra 1500 e 2000 euro al kg.

“I nostri prodotti – spiega Elisabetta Matteucci – portano il gusto e il profumo dei boschi della Valnerina.  Sono venduti esclusivamente freschi o confezionati in vasetto, senza l’aggiunta di spezie o conservanti: il solo olio della nostra terra garantisce la perfetta conservazione dell’aroma nel vasetto, lasciando inalterate le caratteristiche del tartufo ed esaltandone tutte le proprietà organolettiche”.