Il Tesoro in stato confusionale

di Gaetano Pedullà

La toppa peggio del buco/2. Se è vero che il ministro dell’Economia è un mero esecutore, come ha detto ieri Saccomanni, allora abbiamo la prova che questo governo va avanti d’inerzia, applicando leggi e regolamenti senza nemmeno capire l’effetto che fa. La vicenda degli scatti di stipendio chiesti indietro agli insegnanti è emblematica. Non solo perché svela che i nostri ministeri non si parlano. La vera lezione – visto che di scuola si tratta – arriva dal Tesoro. Qui lo stato confusionale è evidente. A farlo intendere era stato solo pochi giorni fa il viceministro Fassina, dimissionario dopo la figuraccia del decreto Salva Roma riempito di marchette e stravolto in Parlamento. Per bloccare la falla, Saccomanni chiamò Repubblica e rilasciò un’intervista sorprendente, annunciando che quest’anno non ci saranno nuove tasse, che la crisi è alle spalle e va tutto bene madama la marchesa! Una toppa riuscita male, e che ad appena quattro giorni di distanza da quell’intervista sa di paradossale se solo si considerano la nuova stangata sulla casa, decisa ieri con un emendamento del governo sulla Tasi, e l’ultimo dato dell’Istat sulla disoccupazione, mai così alta dal 1977 tra i giovani. Più che l’indecente scaricabarile tra i responsabili di Economia ed Istruzione, scopriamo così che nella casella chiave per affrontare la crisi siamo terribilmente scoperti. Una sensazione che c’eravamo fatti da tempo osservando l’immobilismo dell’esecutivo sulla legge di stabilità e in generale sui temi dello sviluppo. L’Italia in questo modo resta al palo, perdendo il treno della crescita che è ripartito in tutto il mondo, tanto da spingere il Fondo monetario ad alzare le stime per il 2014. Da noi invece le cose vanno di male in peggio. Unico risultato all’attivo resta lo spread in ribasso. Risultato che però, nemmeno questo, è farina del sacco di Saccomanni.