Il Tribunale dell’Unione europea ha confermato la legittimità della decisione del Parlamento europeo di recuperare oltre 300mila euro ritenuti indebitamente percepiti da Jean-Marie Le Pen durante il suo mandato di eurodeputato. Con una sentenza pubblicata oggi, i giudici europei hanno respinto il ricorso presentato dall’ex leader del Front National – e, dopo la sua morte, proseguito dalle figlie in qualità di eredi – stabilendo che l’istituzione europea ha agito nel pieno rispetto dei principi di diritto.
La vicenda ha origine da una decisione del Segretario generale del Parlamento europeo, che nel 2024 ha richiesto a Le Pen la restituzione di 303.200,99 euro, somma considerata “indebitamente percepita” perché fatturata come spese personali, e non legate all’attività parlamentare. Le spese in questione erano dunque prive dei requisiti per essere coperte dai fondi destinati ai deputati europei.
Jean-Marie Le Pen, scomparso all’inizio del 2025, aveva presentato ricorso al Tribunale dell’Ue chiedendo l’annullamento della decisione. Nella sua istanza, l’ex europarlamentare sosteneva che la richiesta di rimborso violasse i principi della certezza del diritto e del legittimo affidamento. Contestava inoltre la correttezza procedurale dell’operato del Parlamento europeo, lamentando la violazione del diritto a un equo processo.
Il Tribunale Ue conferma: la famiglia Le Pen dovrà risarcire il Parlamento europeo per spese indebite
Alla morte del fondatore del Front National, il procedimento è stato portato avanti dalle figlie, che si sono costituite in giudizio in qualità di eredi. Tuttavia, la Corte di giustizia dell’Unione europea ha ritenuto infondate le contestazioni avanzate dalla famiglia. “Il procedimento condotto dal Parlamento europeo non è contrario ai principi di certezza del diritto e di tutela del legittimo affidamento – si legge nella nota diffusa dalla Corte – e il diritto a un equo processo non è stato violato”.
Con questa pronuncia, il Tribunale chiude una lunga disputa legale che riguarda non solo una figura controversa della politica francese, ma anche il corretto utilizzo dei fondi pubblici da parte dei membri del Parlamento europeo. La decisione avrà ora un impatto diretto sugli eredi di Le Pen, chiamati a restituire le somme ricevute indebitamente dal padre nel corso del suo mandato a Strasburgo.