Il Vaticano media ancora, la pace appesa al Papa. Nuova spinta per il rilascio degli israeliani rapiti dai miliziani

Il Vaticano media ancora, la pace appesa al Papa. Nuova spinta per il rilascio degli israeliani rapiti dai miliziani

Il Vaticano media ancora, la pace appesa al Papa. Nuova spinta per il rilascio degli israeliani rapiti dai miliziani

Davanti al conflitto mediorientale che si infuoca e con l’imminente operazione di terra a Gaza da parte dell’esercito di Israele, ancora una volta a parlare di pace resta il solo Papa Francesco.

“La liberazione degli ostaggi israeliani e la protezione della vita degli innocenti a Gaza sono il cuore del problema creatosi con l’attacco di Hamas e la risposta dell’esercito israeliano” spiega il cardinale e Segretario di Stato della Santa Sede, Pietro Parolin, ce precisa come questi due aspetti “sono al centro delle preoccupazioni di tutti noi, del Papa e dell’intera Comunità internazionale”. Proprio per questo la Santa Sede si dice “pronta a qualsiasi mediazione necessaria, come sempre” e precisa che al momento è già intenta “a parlare attraverso cui canali già aperti”.

Quel che è certo è che la missione proposta direttamente da Papa Francesco si preannuncia in salita. Lo sa bene il cardinale Parolin che fa notare come “qualsiasi mediazione per far cessare il conflitto deve tuttavia tener conto di una serie di elementi che rendono la questione molto complessa ed articolata, come la questione degli insediamenti israeliani, della sicurezza e il nodo della città di Gerusalemme. Una soluzione si può trovare nel dialogo diretto fra Palestinesi ed Israeliani, incoraggiato e sostenuto dalla Comunità internazionale, anche se ora sarà tutto è più difficile”.

Parolin, intervistato dai media vaticani, fa sapere che “a nome della Santa Sede” intende “rinnovare l’appello di Papa Francesco” secondo cui “è giusto che gli ostaggi vengano riconsegnati subito, anche quelli che Hamas detiene dagli scorsi conflitti”. E sempre il Segretario di Stato del Vaticano ci tiene a precisare, a scanso di equivoci, che è giusta la reazione di Israele a seguito degli spaventosi attentati terroristici ma questa non deve eccedere “mettendo in pericolo i civili palestinesi che vivono a Gaza. È giusto, indispensabile direi, che in questo conflitto, come in ogni altro, il diritto umanitario sia pienamente rispettato”.

Una crisi decennale, quella in Medio Oriente, che per Parolin può essere superata soltanto affermando il principio dei “due popoli, due Stati” in quanto “la pace non può che fondarsi sulla giustizia. A me sembra che la maggiore giustizia possibile in Terrasanta sia la soluzione di due Stati, che permetterebbe a Palestinesi ed Israeliani di vivere fianco a fianco, in pace e sicurezza, venendo incontro alle aspirazioni di gran parte di essi.